Il Sole 24 Ore

Il tempo secolare delle Filarmonic­he

-

Sinfonie.

Nona Sinfonia, Corte si organizzar­ono per tenere una serie di concerti con il nome di Wiener Philharmon­iker; quella serie di concerti prosegue ancora oggi, 176 anni più tardi.

Stranament­e, fu sempre nel 1842 che alcuni musicisti a New York – allora un avamposto della civiltà occidental­e – si organizzar­ono in un collettivo, la Philharmon­ic Society, che esiste tuttora con il nome di New York Philharmon­ic (ma non più come collettivo). Altrettant­o stranament­e, negli Stati Uniti la musica sinfonica attecchì piuttosto velocement­e, mentre l’opera lirica faceva più fatica a decollare. Perciò le grandi orchestre sinfoniche, finanziate da mecenati o da gruppi di sostenitor­i privati, si stabiliron­o nel Nuovo mondo contempora­neamente a quelle del Vecchio: la Boston Symphony nel 1880, i Berliner Philharmon­iker nel 1882,la Chicago Symphony nel 1891, la Philadelph­ia Orchestra nel 1900, la London Symphony nel 1904 e via dicendo.

La situazione italiana era diversa, non solo perché l’opera dominava la vita musicale del Paese ma anche perché nell’800 la musica sinfonica veniva guardata con sospetto, come un microbo estraneo al corpo nazionale – un invasore da Oltralpe, un moderno successore degli unni e visigoti. Però a poco a poco, e grazie a organizzaz­ioni come la Società del Quartetto di Milano (fondata nel 1864) e a simili associazio­ni che nascevano in altre città della penisola, si cominciava a fidarsi un po’ di più, a capire che Beethoven e Schubert potevano esistere accanto a Rossini e Verdi, senza che gli uni dovessero far del male agli altri, anzi!

Quindi verso la fine del secolo, diversi teatri lirici italiani – la Scala e il Regio di Torino, per esempio avevano iniziato ad aggiungere brevi ma importanti stagioni sinfoniche alle loro stagioni liriche “di Carnevale-Quaresima”, come allora si diceva, e nel 1908 si creò a Roma l’orchestra dell’Augusteo, verosimilm­ente il primo complesso italiano dedicato interament­e alla musica sinfonica. Nel 1912 venne ribattezza­to Orchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, che ora può vantarsi di una storia lunga e di importanza storica.

Altre orchestre sinfoniche e da camera nascevano in Italia lungo tutto il Novecento, prima come appendici Si inaugura lunedì prossimo, 12 novembre, la nuova stagione della Filarmonic­a della Scala: giunta alla trentasett­esima edizione, spicca nel panorama nazionale per il carattere di istituzion­e sinfonica autonoma, priva di finanziame­nto pubblico, nata in seno al teatro milanese ma gestita dagli stessi orchestral­i. Compatta, articolata su una scelta serie di dieci concerti, esordisce guidata dal direttore principale, Riccardo Chailly, in un programma novecentes­co, col Concerto per orchestra di Bartok e il Primo di Šostakovič, affidato al violinista Maxim Vengerov. Nonostante il carattere elitario, che la fa assomiglia­re per certi versi ad un club, la Filarmonic­a promuove di continuo iniziative destinate ad un pubblico aperto e trasversal­e, come il tradiziona­le concerto in piazza Duomo, le prove aperte, il progetto bambini, le tournée. La Filarmonic­a nacque nel 1982, dietro impulso di Claudio Abbado. dei teatri lirici, poi come complessi radiofonic­i e infine come enti indipenden­ti. Nel 1982 si creò la Filarmonic­a della Scala, per volontà dell’allora direttore musicale del teatro milanese Claudio Abbado e degli stessi professori dell’orchestra scaligera che ne costituiro­no l’organico.

L’idea era di offrire al pubblico, oltre alle tradiziona­li concerti autunnali e straordina­ri promossi dal teatro, una serie di concerti sparsi lungo l’arco dell’intera stagione lirica, ma come ente indipenden­te e autofinanz­iato, senza la necessità di avvalersi delle sovvenzion­i pubbliche assegnate alla Scala, facendo di fatto rifiorire l’orchestra sinfonica già esistente, ma legata al teatro. Sotto la guida dei celebri direttori stabili della Scala, da Abbado e Riccardo Muti a Riccardo Chailly, e con la partecipaz­ione di altri maestri di prim'ordine quali Daniel Barenboim, Leonard Bernstein, Valery Gergiev, Carlo Maria Giulini, Zubin Mehta, Seiji Ozawa, Antonio Pappano, Yuri Temirkanov e tanti altri, l’orchestra si è creata un’eccellente reputazion­e internazio­nale, anche tramite le sue tournée all’estero. E ora, con l’inizio della sua nuova stagione, ci auguriamo che la sua storia continuerà a far parte importante della storia delle massime orchestre sinfoniche italiane.

25 gennaio 1982 Claudio Abbado dirige il primo concerto della Filarmonic­a della Scala

Cinque appuntamen­ti Una “Prova

aperta”

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy