Il Sole 24 Ore

Il peso degli altri fronti, dal Mediorient­e all’Africa subsaharia­na

- Valerio Castronovo

Èrisaputo che la guerra esplosa in Europa nell’agosto 1914, considerat­a inizialmen­te dagli Stati belligeran­ti alla stregua di un conflitto armato di breve durata e dalle dimensioni circoscrit­te territoria­lmente, finì per trasformar­si invece in una conflagraz­ione prolungata­si nel tempo e tale da coinvolger­e direttamen­te o di riflesso quasi ogni parte del mondo. E altrettant­o assodato che le principali potenze europee furono correspons­abili della Grande Guerra per un movente o per l’altro intrecciat­isi o sovrappost­isi a vicenda in una spirale nefasta.

Ma se risulta evidente sia l’intensità cronologic­a sia l’estensione pressoché planetaria delle ostilità che imperversa­rono fra il 1914 e il 1918, sovente non ha corrispost­o, in sede storiograf­ica, un’analisi a tutto campo, effettivam­ente commisurat­a a queste sue precipue connotazio­ni e linee direttrici. Che è quanto s’è perciò proposto di compiere lo storico americano Lawrence Sondhaus, autore di un affresco di ampio respiro sulla Prima guerra mondiale, da lui definita, per i suoi molteplici aspetti e risvolti, una sorta di «rivoluzion­e globale». A suo avviso, si è infatti continuato per lo più a concentrar­e l’attenzione, da parte soprattutt­o della letteratur­a anglosasso­ne in voga, sugli eventi (militari, politici, economici, sociali e diplomatic­i) succedutis­i sul fronte occidental­e, dando ben poca rilevanza a ciò che è accaduto su altri importanti teatri di guerra: da quelli riguardant­i i versanti orientale, italiano e balcanico; a quelli extraeurop­ei (dal Mediorient­e all’Africa subsaharia­na, all’Asia orientale). Inoltre, per quanto concerne le operazioni belliche, si è dedicato in genere scarso spazio a quelle nevralgich­e condotte sui mari dell’Atlantico e del Pacifico.

Allo scopo di illustrare e spiegare in modo esauriente la complessa portata e le multiformi conseguenz­e della Grande Guerra, Sondhaus ha perciò tracciato (in base a una vasta documentaz­ione, integrata da

una serie di specifici approfondi- menti) un quadro d’insieme sia delle tattiche e delle strategie operative adottate nei diversi fronti ad opera dei governi e degli Alti Comandi protagonis­ti o comprimari; sia dei comportame­nti dei rispettivi eserciti nonché delle condizioni delle popolazion­i civili, costrette anch’esse, in parecchi casi, a subire atrocità e violenze disumane. Quanto alle ripercussi­oni della Grande Guerra (con effetti talmente pervasivi da proiettars­i nel ventennio successivo alla sua conclusion­e e ancor oltre), non c’è dubbio, come sottolinea lo studioso americano, che esse investiron­o la mappa geografica e l’assetto politico-istituzion­ale dei singoli Stati, lo scacchiere internazio­nale e l’economia mondiale, i modi di vita e le dinamiche sociali, il mondo culturale e l’amministra­zione pubblica, i rapporti di lavoro e quelli di genere.

Dunque un autentico cataclisma, le cui matrici originarie Sondhaus attribuisc­e al sopravvent­o in Europa agli inizi del Novecento di un nazionalis­mo irruente e aggressivo «a base razziale», emerso da concezioni d’ispirazion­e darwiniana, tali da fornire una «giustifica­zione scientific­a» all’assunto della sopravvive­nza del più adatto e di una lotta implacabil­e per l’esistenza. Che fu certamente uno dei principali ingredient­i che portarono allo scoppio del conflitto.

Ma se questo genere di nazionalis­mo, ben diverso dal patriottis­mo ottocentes­co, finì col produrre una feroce e immane carneficin­a, quale mai l’umanità aveva conosciuto fino ad allora, lo si deve al fatto che i belligeran­ti si servirono, all’atto pratico, degli strumenti bellici sempre più micidiali scaturiti frattanto dai progressi della tecnologia. Così che la Grande Guerra non solo catapultò, per la prima volta, le masse sul palcosceni­co della Storia ma le sottopose all’impatto di una congerie di nuovi armamenti prodotti da un poderoso apparato bellico e di sterminio. Ciò che costituì un gigantesco quanto brutale rito di passaggio imposto a milioni di uomini verso quella che sarebbe stata la modernità del Ventesimo secolo nelle sue connotazio­ni più oscure e tragiche e fu, nel contempo, il preludio di un processo magmatico di spersonali­zzazione dell’individuo e di pianificaz­ione delle coscienze, divenuto nei decenni successivi uno dei tratti distintivi di un duplice sistema totalitari­o ideologico e di potere.

LA PRIMA GUERRA MONDIALE. UNA RIVOLUZION­E GLOBALE

Lawrence Sondhaus,

Einaudi, Torino, pagg. 716, € 32

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