Il Victoria & Albert colleziona il futuro
A un anno dalla nomina il direttore del V&A traccia un bilancio
Al Victoria and Albert Museum di Londra, sopra l’ingresso originale dell’Ottocento, figura il motto: «Meglio ottenere saggezza che oro»». Per oltre 160 anni il museo ha seguito quella strada, con l’intento sociale e l’educazione creativa di promuovere una visione egualitaria dell’«arte per tutti».
Oggi il nostro intento non è affatto cambiato né è diventato meno urgente di quanto lo fosse per i fondatori. Siamo fieri di seguirne l’impegno civile, di non essere un luogo dove ritirarsi dalle complessità del mondo in mezzo al sublime, ma un museo programmato per fare una differenza.
Da prima enciclopedia al mondo per le arti decorative e il design, il V&A imbriglia queste risorse e la lezione del passato per riflettere sulla funzione dei musei nel ventunesimo secolo. Da istituzione con una storia così ricca - certe collezioni risalgono a 5000 mila anni fa - crediamo fermamente che il nostro ruolo sia quello di curare il futuro e non solo di collezionare il passato.
Nella quarta rivoluzione industriale, il V&A capisce l’importanza della curiosità, della creatività e della scoperta, perciò investe nel futuro dei giovani. Mentre nelle scuole inglesi, l’inesorabile routine degli esami tarpa le ali alla creatività, prestiamo le nostre collezioni e formiamo insegnanti. Nel momento in cui la Gran Bretagna dovrebbe forgiarsi un nuovo posto del mondo, in tutto il paese aiutiamo a sviluppare competenze e talenti per l’economia futura.
Il nostro mandato nazionale si approfondisce, e il suo simbolo migliore è l’apertura del primo museo scozzese del design, il «V&A Dundee», a metà settembre. Al centro del lungomare, restaurato con un milione di sterline, nella città del Design dell’UNESCO, il museo presenta i successi del design scozzese in un contesto davvero globale. La risposta del pubblico è stata travolgente, con centomila visite nel primo mese. Lo spazio architettonico di Kengo Kuma sulla riva del fiume Tay rientra nei musei di cui più si parla nel mondo.
La nostra missione prosegue con il «V&A of Childhood», il primo museo per l’infanzia, aperto nell’est Londra nel 1872 e oggi molto amato in tutto il paese. Ma il suo potenziale è ancora più grande. Un progetto “ammiraglio” di rinnovo lo reinventerà per il 21mo secolo, lo disporrà attorno ai modi con i quali i bambini esplorano, giocano e imparano. Vogliamo trasformarlo da Museo dell’Infanzia a museo che li ispira, che li rende più fiduciosi nella propria creatività. I primi anni sono cruciali per il loro sviluppo a lungo termine e il gioco creativo in un ambiente sicuro è determinante.
Il «V&A East» che aprirà nel 2023 nel Parco olimpico Queen Elizabeth è un altro passo pionieristico. Il Museo dello Stratford Waterfront e il suo Centro di ricerca e collezioni si inseriranno nel campus culturale “East Bank” voluto dal sindaco di Londra. Avremo la possibilità di coinvolgere nuove comunità in uno dei quartieri di Londra che cresce più rapidamente, di esibire un maggior numero di collezioni e di farlo accanto a un’abbondanza di istituzioni innovative. La nostra collaborazione internazionale con la Smithsonian Institution di Washington unirà due dei principali musei del mondo con mostre e programmi dinamici.
Abbiamo ambizioni simili anche per la sede di South Kensington. L’apertura a inizio ottobre della prima fase del «Photography Centre» ha riscosso parecchio successo. Fa più che raddoppiare lo spazio esistente al V&A per la fotografia e rivoluziona il modo in cui viene esposta. È stata l’occasione per riaffermare il valore delle collezioni, oggi siamo uno dei pochi luoghi al mondo dove seguire l’intero arco cronologico della fotografia, dal dagherrotipo al digitale.
In tutto questo, la nostra priorità resta sempre la pura gioia della creatività e spesso ci viene dall’Italia. Squisiti cartoni di Raffaello, taccuini in codice di Leonardo da Vinci o Madonna Chellini di Donatello, invitiamo tutti ad ammirare queste meraviglie.
Come William Morris, al V&A non vogliamo «un’arte per pochi e neppure un’istruzione per pochi o una libertà per pochi». La nostra vocazione educativa è nuova e potente, stiamo preparando i luoghi dove la prossima generazione di leader creativi - designer, innovatori, imprenditori - possono venire in cerca di ispirazione. Continuiamo a offrire saggezza al V&A, mentre generiamo un po’ d’oro.