Il Sole 24 Ore

Viaggio per immagini nell’arcipelago ellenico

- Laura Leonelli

Partono insieme alle mogli e ai figli i nuovi Odisseo, non più a bordo di navi, ma a cavallo di una moto, la Reginella, consci che, a dispetto del mito splendidam­ente maschile del marinaio solitario, del condottier­o astuto, del naufrago alla ricerca di spiagge sempre più ostili, i migliori viaggi si possono fare in tre, numero minimo di una famiglia. E con questa familiarit­à di affetti e di luce, tanto la potenza del sole è familiarme­nte cara all’autore, inizia la felice odissea di Fulvio Magurno tra le isole greche, come racconta il libro Isolario

ellenico, edito da Contrasto e in mostra fino al 24 novembre presso la Da.Ga.llery di Piacenza. Guidato dalla poesia di Odisseo Elitis, in un gioco di specchi incendiari tra immagine e parola, Magurno, siciliano, sessant’anni, formazione napoletana nel teatro di Servillo, un lungo reportage da ragazzo su Procida, e poi mostre e collezioni in Francia, ha raggiunto, con il suo cavallo di Troia senza inganno, Itaca, Zante, Lesbo, Santorini, Patmos, Samos, Karpanthos e tante altre, scoprendo ovunque il ricordo vivente dell’antichità.

Per entrare in questo tempo remoto e mai passato, in questa sorta di aoristo fotografic­o, l’autore ha scelto il più completo degli obiettivi, perché a metà strada di tutto, il 55 millimetri, abbastanza aperto per abbracciar­e il mare e mettere in relazione armoniosa l’uomo con il paesaggio, e abbastanza lungo per sfuocare il primo piano e aprire una porta all’ombra, chiamarla e invitarla alla festa di un’inquadratu­ra perfetta. E di ombra sono fatti i corpi in controluce di Simone e Paola, una giovane schiena dal fianco stretto che sembra unirsi alla scogliera lontana, e così il profilo del seno e di un braccio alzato, quello di una nuova Venere che benedice le barche dei pescatori e il loro carico. Accanto a un relitto, altre navi, i traghetti dei turisti che entrano ed escono dal bordo nero di queste fotografie, come a segnare i limiti dell’unica avventura moderna, la vacanza. Ma sembra che Magurno, come Ulisse in viaggio nell’arcipelago greco per dieci anni, dal 1989 al 1999, abbia scelto la prospettiv­a omerica più sorprenden­te, quella di vedere gli altri allontanar­si e rimanere invece, sentimenta­lmente e visivament­e, in un’Itaca straniera che ormai è casa. Si resta insieme a Teseo e a Penelope, e senza dirsi addio si parte.

ISOLARIO ELLENICO

Fulvio Magurno

Contrasto, Roma, pagg. 96, € 29,90

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Fulvio Magurno Una delle foto dell’«Isolario Ellenico»

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