Senato approva Dl sicurezza: 163 sì, 5 dissidenti grillini
Sì a quota 161, cinque i dissidenti M5S che sono stati deferiti ai probiviri Spese per migrante ridotte da 35 a 26 euro. Stretta sui servizi per l’integrazione
L’obiettivo è la chiusura dei centri di accoglienza. Non la totalità, certo, ma il più possibile. La previsione è nel testo finale del Dl sicurezza votato con la fiducia, ieri, al Senato: 163 sì e 59 no. Astenuti - a palazzo Madama è considerato voto contrario - i senatori M5S Gregorio De Falco, Elena Fattori, Paola Nugnes, Virginia La Mura e Matteo Mantero: sono stati deferiti al collegio dei probiviri di M5S.
Obiettivo chiusura centri di accoglienza. Non la totalità, certo, ma il più possibile, tutti i Cas (centri di assistenza temporanea) considerati a rischio dal Viminale se prosegue il calo degli sbarchi. La previsione è nel testo finale del decreto legge votato con la fiducia ieri al Senato: 163 sì e 59 no. Astenuti - a palazzo Madama è considerato voto contrario - i senatori M5S Gregorio De Falco, Elena Fattori, Paola Nugnes, Virginia La Mura e Matteo Mantero: sono stati deferiti al collegio dei probiviri di M5S. La compagine di Fratelli d’Italia si è astenuta, i senatori di Forza Italia non hanno partecipato al voto e hanno mostrato cartelli con la scritta «Sì alla sicurezza, no al governo». Nonostante le tensioni al culmine tra Lega e pentastellati, il ministro dell’Interno Matteo Salvini è certo: «Il decreto sicurezza passerà anche alla Camera». Per forza: Salvini considera il decreto un vessillo strategico. Il presidente Mattarella però anche ieri ha ammonito: «È pericoloso alzare miopi barriere identitarie».
Al di là delle singole misure (v. le schede a fianco) l’obiettivo politico è ridimensionare ai minimi termini sbarchi e migranti in accoglienza. Gli arrivi vanno già verso l’azzeramento: dall’inizio dell’anno a ieri sono giunti sulle nostre coste 22.189 migranti (di cui 12.465 dalla Libia), -87,9% rispetto all’anno scorso e -92,4% rispetto al 2016. Ecco perché il decreto sicurezza si spinge fino a ipotizzare «la progressiva chiusura delle strutture» chiamate Cas dopo un «monitoraggio dell’andamento dei flussi migratori» entro un anno dall’entrata in vigore del decreto. L’effetto deterrente voluto dal Viminale contro le migrazioni in Italia è ampio, il decreto è una delle armi più potenti ma ce ne sono altre. A Porta a Porta il vicepremier leghista sottolinea: con il provvedimento «potremo risparmiare un miliardo di euro». Ieri il ministro insieme al sottosegretario Nicola Molteni e i prefetti Matteo Piantedosi e Gerarda Pantalone ha presentato in conferenza stampa il nuovo capitolato degli appalti per i servizi di accoglienza. Dai 33 euro in media a migrante, con il massimo di 35, si passa a un minimo di 19 euro, nei centri più grandi, a un massimo di 26 euro. Insegnamento dell’italiano, assistenza psicologica e altri servizi di integrazione saranno destinati soltanto a chi è titolare di protezione internazionale. Per Salvini «il permesso di soggiorno per motivi umanitari ce l’ha chi scappa dalla guerra, dalla tortura e dalla persecuzione. I cosiddetti migranti economici - sottolinea - non possono avere questo tipo di riconoscimento». E i decreti flussi, per ora, restano invariati. Le opposizioni protestano, osserva Riccardo Magi (radicale di + Europa): «Si minano le fondamenta del diritto di asilo, ci sarà un aumento consistente degli immigrati irregolari che più facilmente saranno destinati alla strada, al mercato nero del lavoro se non alle attività illegali gestite dalla criminalità organizzata».