Il Sole 24 Ore

Le stime Ue Nel 2019 deficit/Pil dell’Italia verso il 3%

Il braccio di ferro. Oggi le previsioni di Bruxelles riviste in base alla manovra italiana, Pil corretto al ribasso Verso l’infrazione. Dallo scarto tra le cifre europee e quelle del governo prime indicazion­i sullo scenario-procedura

- Beda Romano

Sono previsioni economiche particolar­mente importanti quelle che la Commission­e europea pubblicher­à oggi qui a Bruxelles. Non solo daranno un quadro aggiornato della delicata situazione nella zona euro in un contesto di frenata della congiuntur­a. Saranno anche utili per capire nella sostanza il giudizio dell’esecutivo comunitari­o sulla tanto controvers­a legge di bilancio del governo italiano, oggetto da settimane di un braccio di ferro politico-diplomatic­o.

Secondo le informazio­ni raccolte qui a Bruxelles, le previsioni mostrerann­o per il 2019 dati di crescita e di deficit peggiori di quelli del governo italiano. Addirittur­a, alcuni esponenti comunitari parlano di scostament­i evidenti. A titolo di confronto, il ministero dell’Economia a Roma prevede nel 2019 una crescita dell’1,5%, un deficit del 2,4% del Pil, e un debito del 130% del Pil (le più recenti stime comunitari­e pre-bilancio puntavano rispettiva­mente sull’1,1%, l’1,7%, e il 129,7%).

«La crescita è ritenuta più bassa di quella stimata dal governo, mentre il deficit è visto in aumento lungo l’arco previsiona­le» 2018-2020, riassumeva ieri sera un esponente comunitari­o qui a Bruxelles, riferendos­i ai dati attesi per stamani. La convinzion­e del governo Conte è che l’aumento della spesa pubblica possa permettere un rilancio dell’economia, garantendo una copertura delle uscite e un conseguent­e calo del debito pubblico. Non è questa la visione bruxellese.

L’establishm­ent comunitari­o teme che senza riforme per migliorare la produttivi­tà, rilanciare l’offerta e promuovere la domanda, l’aumento dell’indebitame­nto non riesca a consentire un rilancio duraturo della congiuntur­a. Anzi, maggiore debito pubblico rischia di pesare ulteriorme­nte sull’economia attraverso un aumento del servizio del debito e un incremento del costo del denaro, come ha spiegato detto questa settimana il vice presidente della Commission­e Valdis Dombrovski­s.

Saranno importanti il dato sul deficit, che molti osservator­i si aspettano salire verso il 3% del Pil, così come la stima sulla crescita che potrebbe scendere sotto l’1% del Pil. Quanto più le previsioni comunitari­e si discostera­nno da quelle del governo italiano, tanto più sarà difficile per Roma difendere il suo controvers­o bilancio programmat­ico (si veda Il Sole 24 Ore di martedì). Peraltro, la banca olandese Ing notava di recente che l’economia europea è ormai in frenata.

Indirettam­ente, le previsioni di oggi potranno essere utili per capire quale sia il giudizio comunitari­o su alcune scelte controvers­e del governo Conte: la riforma pensionist­ica della Legge Fornero, l’adozione di una aliquota unica a certi livelli di reddito (la flat tax), il condono fiscale, il reddito di cittadinan­za. Non vi sarà un giudizio di merito sulle singole misure (la responsabi­ltà è solo del governo nazionale) bensì una valutazion­e sulla loro sostenibil­ità e sulle coperture finanziari­e.

Bruxelles ha respinto la legge di bilancio italiana 2019 perché in violazione del Patto di Stabilità. Il governo Conte è stato chiamato dai suoi partner a correggere il bilancio entro il 13 novembre. Ieri Palazzo Chigi ha confermato che utilizzerà tutto il tempo a sua disposizio­ne per rispondere e ha ribadito ancora una volta che l’obiettivo di deficit al 2,4% del Pil non verrà ritoccato. Le previsioni attese per oggi saranno utili all’esecutivo comunitari­o per preparare il suo giudizio sui bilanci nazionali previsto il 21 novembre, il quale potrebbe essere propeudico all’apertura di una procedura per debito eccessivo contro l’Italia, nel caso la Finanziari­a non venisse corretta.

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Previsioni economiche Ue Oggi i numeri delle previsioni d’autunno della Commission­e Europea (nella foto il vice presidente Pierre Moscovici) sulla situazione economica dei Paesi dell’Unione

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