Dagli indicatori per il Pil altri segnali di frenata
Cer prevede un +0,1% nel 4° trimestre, solo un +0,2% il trascinamento per il 2019
Anche nel mese di ottobre l’indicatore anticipatore Istat ha segnato una flessione: è in calo da inizio anno come lo è l’indicatore sintetico Itacoin di Bankitalia che fornisce una stima della dinamica di fondo del Pil. Il segnale è quello di una persistente fase di debolezza del ciclo economico che non promette niente di buono sul finale dell’anno. Il terzo trimestre, come si ricorderà, si è chiuso con una variazione congiunturale nulla (la prima dopo 14 trimestri) mentre la crescita acquisita è ora pari all’1%. La stima preliminare – si legge nella nota Istat diffusa ieri – evidenzia la diminuzione del valore aggiunto dell’industria in linea con i dati della produzione industriale che, tra giugno e agosto, è diminuita rispetto al trimestre precedente (-0,2%). Nello stesso periodo tra i diversi comparti solo i beni strumentali hanno registrato una variazione congiunturale positiva (+1,5%). Nel periodo giugno-agosto il fatturato sui mercati esteri ha mostrato una maggiore vivacità di quello sui mercati nazionali (rispettivamente +1,6% e +0,2%). Secondo Cer, uno dei tre previsori del panel UpBilancio, il calo congiunturale proseguirà: «Sulla base degli andamenti della produzione industriale e degli indicatori qualitativi - si legge in una nota - la variazione tendenziale del Pil per il quarto trimestre 2018 è stimata pari allo 0,7%, risultante da un aumento congiunturale dello 0,1%. Su base annua si conferma una crescita dell’1%». Il trascinamento lasciato in eredità al 2019 sarebbe quindi pari allo 0,2%, il valore più basso dal 2014.
Tornando alle indicazioni a breve dell’Istat resta da registrare che in settembre, pur segnando un marginale peggioramento, nella media del terzo trimestre è aumentato il tasso di occupazione e si è ridotta la disoccupazione. Il calo degli occupati si è concentrata tra i dipendenti permanenti (-0,5%, pari a -77mila), mentre quelli a termine proseguono la tendenza positiva (+0,8%, +27mila). Sempre in settembre le vendite al dettaglio sono diminuite, rispetto al mese precedente, dello 0,8% in valore e dello 0,7% in volume. Mentre in ottobre l’inflazione ha ripreso a crescere: +1,6% l’indice dei prezzi al consumo (Nic), due decimi in più rispetto a settembre. Rispetto all’eurozona, il divario inflazionistico a nostro favore si è ridimensionato. Nel terzo trimestre l’indagine sulle aspettative realizzata dalla Banca d’Italia in collaborazione con IlSole24Ore ha rivelato una crescita delle aspettative sui prezzi delle imprese su tutti gli orizzonti temporali (+1,7% a sei mesi, +1,8% a un anno, +1,9% a due anni e 2% fra tre e cinque anni).