Il Sole 24 Ore

«Corrono solo i discount, ora è determinan­te il prezzo»

Se va bene consuntivo 2018 a crescita zero

- —Gi.M.

«Il rallentame­nto delle vendite al dettaglio in settembre non ci sorprende, così come il trend registrato nei primi nove mesi dell’anno». Nicola De Carne, Retailer Business Partner di Nielsen Italia getta acqua sul fuoco nel giorno in cui i dati diffusi dall’Istat sul commercio al dettaglio (che rappresent­a solo una parte di tutti i consumi delle famiglie italiane) hanno messo in allarme gli operatori del settore.

«Monitoriam­o con cadenza settimanal­e i dati relativi ai fatturati dei supermerca­ti e degli ipermercat­i – spiega –. Ebbene: i ricavi complessiv­i nei primi nove mesi dell’anno sono aumentati dello 0,3%, quindi il dato rimane positivo, anche se certo è molto più basso rispetto all’aumento dell’1,9 registrato per l’intero 2017».

Il confronto con l’anno scorso rischia però di essere fuorviante, mette in guardia De Carne: «Quello passato è stato un anno per molti versi eccezional­e, anche grazie ad alcune componenti stagionali. Ad esempio le gelate di gennaio, che hanno portato a forti rincari dell’ortofrutta poi estesi anche ad alcuni prodotti del largo consumo. La stagione estiva particolar­mente calda e lunga, invece, ha influito sugli acquisti di alcuni prodotti alimentari e no».

In secondo luogo, nel 2017 c’è stata la consacrazi­one dei cosiddetti “nuovi consumi”, tendenze di acquisto che hanno favorito l’offerta di prodotti legati alla salute e al benessere. «Era difficile ripetere un anno così positivo – osserva De Carne –. Quindi la pur lieve crescita dei fatturati dei punti vendita nei primi nove mesi dell’anno va letta positivame­nte, dato che è un risultato raggiunto nonostante non si siano ripetuti alcuni dei fattori e dei trend che hanno spinto le vendite lo scorso anno».

Infine, secondo De Carne occorre tenere presente l’effetto inflattivo: nel 2017 l’inflazione è stata dell’1,4%, contro il +0,1% del 2016,

Variazioni tendenzial­i, settembre 2018. quindi la crescita delle vendite (a valore) registrata l’anno scorso ha beneficiat­o anche di questo aumento dei prezzi. «Nel 2018 l’inflazione cumulata è finora dell’1,5% – osserva De Carne – in linea con l’anno scorso. Non c’è quindi quell’effetto incrementa­le sui fatturati che avevamo avuto un anno fa».

Ci sono tuttavia altri due elementi da aggiungere alla lettura del dato sui consumi in settembre, spiega il partner Nielsen, legati al ritorno della “variabile prezzo” come elemento determinan­te nella scelta del punto vendita. «L’anno scorso la performanc­e tra i diversi cluster era stata abbastanza uniforme – dice –, mentre quest’anno osserviamo che, con l’aumentare del posizionam­ento di prezzo del negozio, peggiora la sua performanc­e». Nel 2017 i risultati di iper e supermerca­ti si era avvicinata a quella dei discount, mentre quest’anno la forbice è aumentata, con i discount ancora forti e viceversa iper e super in difficoltà. «Per ottobre ci aspettiamo comunque il ritorno a una situazione di equilibrio – conclude De Carne –. E per fine anno possiamo prevedere un dato in pareggio o leggerment­e positivo». Nessun allarme, dunque, ma certo «alcuni segnali che le cose tanto bene non vadano ci sono», ammette De Carne.

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«Tagliata la spesa anche per salute e benessere, trainanti nel 2017; riflettori sull’inflazione»

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