Superior Interiors L’innovazione parte dal design
L’allegato del Sole24Ore sulle declinazioni della progettazione
Per India Mahdavi la casa è un viaggio di andata e ritorno. La sua estetica vitale e meticcia, morbida compresenza di stili e forme, parte da Teheran dove è nata, padre persiano e madre egiziana, attraversa America, Germania, Francia e la porta ad essere una tra le dieci più influenti interior designer contemporanee, firma dell'anno all'ultimo Salone del Mobile di Milano.
Per Ippolita Rostagno il gusto è una rete di mestieri al servizio dell'immaginazione: creatività manuale radicata sul territorio, rigorosamente Made in Italy. Un talento che da New York è venuta a cercare, bottega per bottega, nella sua terra d’origine, mettendo in piedi Artemest, il primo e-commerce per l’alto artigianato italiano.
Per Emiliano Salci e Britt Moran di Dimore Studio il design è unire l’utile al sogno, quel misto d’istinto, esperienza e sano pragmatismo che ritrovano in Brianza, dove hanno tanta parte della loro produzione perché «lì, non dicono mai: Non si può fare».
Sono alcune delle firme protagoniste del nuovo Superior Interiors in edicola venerdì. Secondo appuntamento dell’anno con una narrazione del design che privilegia la trasversalità e mette in discussione la divisione fra arti decorative, ricerca estetico-artigianale e produzione industriale e valorizza una selezione di qualità, dove le sperimentazioni di prodotto si estendono dai mobili e complementi d’arredo anche alla nautica, alla tecnologia, persino al food.
Nato all’insegna del designdappertutto, il nuovo allegato del Sole24Ore - stesso formato e stessa di formula di How to Spend it, stessa vocazione visiva e narrativo-esperienziale – si concentra sulle molte declinazioni della progettazione. «Il design è l’essenza del nostro tempo», ha sostenuto Paola Antonelli al recente Next Design Perspective 2018, che ha candidato Milano a capitale non solo della filiera del mobile, ma del pensiero e della riflessione sulla casa. «Il design è enzima per l’innovazione», dice ancora. Se si pensa a quanta parte della ricerca si orienti oggi su biomanifatture e bioplastiche, su alghe, funghi, batteri come potenziali materiali organici per i muri, le luci, gli oggetti di domani, l’espressione perde ogni valenza astratta. Nel mercato competitivo e globale, anche il design ha bisogno di ossigeno e di valorizzare un nuovo tessuto connettivo del vivere, dove il ritorno alla natura può essere solo una mediazione culturale ad altissima tecnologia.
Giò Ponti diceva d’inseguire il sogno di una casa vivente, che si adattasse continuamente alla versatilità della nostra vita, che anzi la incoraggiasse. Questa spinta metamorfica si ritrova in prototipi di mobili che crescono e si trasformano come piante.