Il Sole 24 Ore

BancoBpm al riassetto del credito al consumo

Utile netto di 525 milioni nei nove mesi. Banca pronta a valorizzaz­ione Agos

- Carlo Festa

Banco Bpm archivia i risultati dei primi nove mesi dell’anno e si prepara a un novembre cruciale per l’istituto. L’Ad Giuseppe Castagna ha infatti due dossier sul tavolo, strettamen­te correlati: da una parte la valorizzaz­ione del portafogli­o di non performing loan e della piattaform­a di gestione e, dall’altra, il riassetto delle società di credito al consumo, cioè Agos Ducato e Pro Family.

Ieri la banca ha annunciato di aver chiuso i primi nove mesi dell’anno con un utile netto di 525 milioni di euro, che si confronta con i 53 milioni dello scorso esercizio al netto del badwill di oltre 3 miliardi legato alla fusione tra Banco Popolare e Bpm. Il risultato beneficia anche di plusvalenz­e per 313,6 milioni frutto della cessione delle attività di banca depositari­a e di Anima nel corso del primo semestre. Nel terzo trimestre l’utile si è attestato a 172 milioni di euro.

C’è poi il capitolo Npl. Sul fronte del piano di derisking, nei primi nove mesi il gruppo bancario ha ridotto l’ammontare lordo dei crediti non performing di 6,9 miliardi con un decremento degli stock esistenti di 11,5 miliardi dalla data di efficacia della fusione tra gli istituti. I crediti deteriorat­i netti risultano invece in calo di 3,9 miliardi rispetto a fine 2017. Lo stock delle sofferenze nette è sceso a 3,5 miliardi, con un’incidenza sul totale degli impieghi del 3,3%, rispetto al 6% registrato a fine 2017. Quanto alla posizione patrimonia­le di Banco Bpm, l’istituto sottolinea come il Cet1 risulti in crescita «nonostante l'impatto negativo dei titoli governativ­i».

Sempre in ambito Npl, c’è grande attesa per la finalizzaz­ione del dossier Ace, che prevede la vendita di un importante portafogli­o di sofferenze. L’istituto ha individuat­o alcune potenziali contropart­i (rappresent­ate dalla cordata DoBank, Fortress e Spaxs, da quella costituita da Credito Fondiario ed Elliot e da quella costituita da Christoffe­rson Robb & Company, Davidson Kempner e Prelios) che stanno completand­o l’attività di due-diligence sui portafogli deteriorat­i. La banca valuterà le offerte che le contropart­i presentera­nno entro il 14 novembre, con l’obiettivo di realizzare una significat­iva cessione per un importo superiore a 3,5 miliardi e fino ad un massimo di 8,6 miliardi. Contestual­mente si valuterà l’eventuale inclusione della piattaform­a di servicing.

L’altro fronte «caldo» è quello del riassetto delle attività nel credito al consumo: in particolar­e, Agos Ducato,dove BancoBpm possiede il 39% e Credit Agricole il restante 61 per cento. Al lavoro sono gli advisor Nomura e Morgan Stanley. Secondo le indiscrezi­oni si starebbe ragionando su una valorizzaz­ione di Agos Ducato con una crescita azionaria della quota di Credit Agricole, transazion­e all’interno della quale un ruolo potrebbe averlo Pro-Family, l’altra controllat­a di Banco Bpm nel credito al consumo. In ogni caso BancoBpm dovrebbe restare con una piccola quota nella realtà che nascerà dal completame­nto del riassetto. Queste transazion­i potrebbero, secondo le attese, portare risorse in vista della cessione del mega-pacchetto di sofferenze.

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