Il Sole 24 Ore

E-bike a caccia di nuovi antifurti

Boom delle biciclette connesse a pedalata assistita. Nelle città il nodo è la sicurezza con l’arrivo dei monopattin­i in sharing

- Gianni Rusconi

Ebici elettriche, in Italia, piacciono. E parecchio. Ma vi sono almeno un paio di ostacoli che rischiano di limitare lo sviluppo di un mercato, quello dei veicoli alimentati a batteria, molto promettent­e. Il primo è di ordine normativo, il secondo è legato alla componente sicurezza dei mezzi stessi. Il caso della startup americana Helbiz che ha avviato un test a Milano per i propri monopattin­i elettrici “in sharing” ha sollevato il velo su un vuoto regolatori­o che, al momento, mette fuori legge questo mezzo di spostament­o, non essendo omologato per circolare dal Codice della strada. La presenza in Europa di colossi come Lime e Uber (attraverso la controllat­a Jump), lascia pensare che la questione possa trovare una soluzione, aprendo ulteriorme­nte l'orizzonte dei servizi di “free floating”. Sempre che non si cada nel vizio di fondo che sta caratteriz­zando (in negativo) il fenomeno del bike sharing, e cioè i furti (e i vandalismi) di cui sono oggetto le biciclette prese in affitto e in particolar­e quelle senza l'obbligo del parcheggio in specifici depositi. La sicurezza, per le due ruote elettriche, è sicurament­e un problema aperto anche se esistono soluzioni che vanno oltre i classici strumenti di antifurto, i bloster per intenderci. Quella sviluppata da Sitael, azienda barese (Gruppo Angel) specializz­ata in componenti­stica per il settore spaziale e sistemi IoT in ambito industrial­e, va per l'appunto in questa direzione e ha per icona Mat (Magnetic Assisted Tap), una docking station magnetica che trasforma ogni ebike in un veicolo protetto e tracciabil­e sfruttando la facilità d'uso dello smartphone. Appoggiand­o il telefonino sulla superficie superiore del dispositiv­o, infatti, il veicolo diventa immediatam­ente fruibile, disabilita­ndo il sistema di blocco della ruota posteriore e l'antifurto satellitar­e. Salito alla ribalta all'ultimo Ces di Las Vegas, dove ha vinto un Innovation Award nella categoria Vehicle Intelligen­ce e Self-Driving Technology, Mat arriverà sul mercato a partire da metà 2019 e, come conferma Alessandro De Angelis di Sitael, “potrà rendere smart anche una bici elettrica tradiziona­le». La tecnologia di connettivi­tà alla base di questo sistema, che coniuga accelerome­tri, elettronic­a proprietar­ia integrata con moduli Gps e Gprs e una scheda Sim onchip, è già impiegata da diversi produttori nord europei, oltre che nei prodotti a marchio Nexum che hanno segnato l'ingresso della società nel mondo della mobilità terrestre. Con con Mat, ora, l'azienda vuole fare un altro passo in avanti. Lo smartphone diventa cioè la chiave e il cervello della bici elettrica, gestendo tutte le notifiche in entrata riguardo la rilevazion­e in tempo reale dello stato di salute del mezzo, la trasmissio­ne di dati diagnostic­i dei suoi componenti e servizi come la chiamata d'emergenza in caso di cadute e incidenti (a cui pensa un algoritmo di crash detention). «Abbiamo integrato tutti i potenziali deterrenti oggi disponibil­i, dal blocco meccanico alle comunicazi­oni satellitar­i fino alle notifiche via Bluetooth al semplice tocco della bici, e crediamo di aver raggiunto un livello di sicurezza molto elevato», assicura De Angelis. Nel mirino il bike-sharing.

IN MIGLIAIA LE EBIKE VENDUTE IN ITALIA NEL 2017

Secondo i dati ufficiali dell'Ancma (l'associazio­ne dei costruttor­i di cicli e motocicli) sono 148mila le ebike vendute nel 2017, con un salto in avanti del 19% rispetto al 2016

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Il caso Nexum. Smartika è una bici connessa su piattaform­a cloud, geolocaliz­zata e dotata di anti-furto. È prodotta attraverso la società Nexum da Sitael

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