E-bike a caccia di nuovi antifurti
Boom delle biciclette connesse a pedalata assistita. Nelle città il nodo è la sicurezza con l’arrivo dei monopattini in sharing
Ebici elettriche, in Italia, piacciono. E parecchio. Ma vi sono almeno un paio di ostacoli che rischiano di limitare lo sviluppo di un mercato, quello dei veicoli alimentati a batteria, molto promettente. Il primo è di ordine normativo, il secondo è legato alla componente sicurezza dei mezzi stessi. Il caso della startup americana Helbiz che ha avviato un test a Milano per i propri monopattini elettrici “in sharing” ha sollevato il velo su un vuoto regolatorio che, al momento, mette fuori legge questo mezzo di spostamento, non essendo omologato per circolare dal Codice della strada. La presenza in Europa di colossi come Lime e Uber (attraverso la controllata Jump), lascia pensare che la questione possa trovare una soluzione, aprendo ulteriormente l'orizzonte dei servizi di “free floating”. Sempre che non si cada nel vizio di fondo che sta caratterizzando (in negativo) il fenomeno del bike sharing, e cioè i furti (e i vandalismi) di cui sono oggetto le biciclette prese in affitto e in particolare quelle senza l'obbligo del parcheggio in specifici depositi. La sicurezza, per le due ruote elettriche, è sicuramente un problema aperto anche se esistono soluzioni che vanno oltre i classici strumenti di antifurto, i bloster per intenderci. Quella sviluppata da Sitael, azienda barese (Gruppo Angel) specializzata in componentistica per il settore spaziale e sistemi IoT in ambito industriale, va per l'appunto in questa direzione e ha per icona Mat (Magnetic Assisted Tap), una docking station magnetica che trasforma ogni ebike in un veicolo protetto e tracciabile sfruttando la facilità d'uso dello smartphone. Appoggiando il telefonino sulla superficie superiore del dispositivo, infatti, il veicolo diventa immediatamente fruibile, disabilitando il sistema di blocco della ruota posteriore e l'antifurto satellitare. Salito alla ribalta all'ultimo Ces di Las Vegas, dove ha vinto un Innovation Award nella categoria Vehicle Intelligence e Self-Driving Technology, Mat arriverà sul mercato a partire da metà 2019 e, come conferma Alessandro De Angelis di Sitael, “potrà rendere smart anche una bici elettrica tradizionale». La tecnologia di connettività alla base di questo sistema, che coniuga accelerometri, elettronica proprietaria integrata con moduli Gps e Gprs e una scheda Sim onchip, è già impiegata da diversi produttori nord europei, oltre che nei prodotti a marchio Nexum che hanno segnato l'ingresso della società nel mondo della mobilità terrestre. Con con Mat, ora, l'azienda vuole fare un altro passo in avanti. Lo smartphone diventa cioè la chiave e il cervello della bici elettrica, gestendo tutte le notifiche in entrata riguardo la rilevazione in tempo reale dello stato di salute del mezzo, la trasmissione di dati diagnostici dei suoi componenti e servizi come la chiamata d'emergenza in caso di cadute e incidenti (a cui pensa un algoritmo di crash detention). «Abbiamo integrato tutti i potenziali deterrenti oggi disponibili, dal blocco meccanico alle comunicazioni satellitari fino alle notifiche via Bluetooth al semplice tocco della bici, e crediamo di aver raggiunto un livello di sicurezza molto elevato», assicura De Angelis. Nel mirino il bike-sharing.
IN MIGLIAIA LE EBIKE VENDUTE IN ITALIA NEL 2017
Secondo i dati ufficiali dell'Ancma (l'associazione dei costruttori di cicli e motocicli) sono 148mila le ebike vendute nel 2017, con un salto in avanti del 19% rispetto al 2016