Il Sole 24 Ore

La proposta dei notai: dare più spazio ai patti di famiglia

Tra le proposte anche l’estensione dei patti di famiglia Il sottosegre­tario Giorgetti ha auspicato una disciplina completa del trust

- Patrizia Maciocchi

Dalla revisione della qualificaz­ione della legittima al superament­o dei patti successori. Il Consiglio nazionale del notariato, in occasione del 53° Congresso che si svolge a Roma, presenta la sua idea di riforma delle succession­i, che punta a blindare le donazioni di beni immobili e ad ampliare i patti di famiglia. In particolar­e,

le succession­i disegnate dai notai – che giovedì hanno incassato il placet del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e del presidente del Consiglio Giuseppe Conte (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri) – prevedono una diversa qualificaz­ione del diritto alla cosiddetta legittima che può essere soddisfatt­a con qualsiasi bene anche non ereditario, cambiando la veste da diritto reale a diritto di credito. Una maggiore elasticità che consentire­bbe di superare i frequenti contrasti che sorgono sui beni oggetto di donazione. Per i notai sono maturi anche i tempi per dire addio al divieto di patti successori e, in particolar­e, a quello che impedisce agli eredi di rinunciare ai propri diritti su una futura eredità.

In linea con l’obiettivo di arrivare a un trasferime­nto concordato e non conflittua­le dei beni, i notai auspicano un’estensione del patto di

famiglia – oggi limitato al “’passaggio” di mano di aziende o quote societarie appannaggi­o esclusivo delle imprese – anche al patrimonio materno o paterno. Sempre all’insegna della certezza anche l’introduzio­ne nell’ordinament­o del certificat­o di succession­e nel quale indicare i dati sul patrimonio devoluto, le generalità degli eredi i loro diritti e il nome della persona prescelta per eseguire le disposizio­ni. Nel certificat­o anche l’eventuale accettazio­ne dell’eredità o la rinuncia.

Nella seconda giornata del congresso che chiude oggi i battenti, non ha fatto mancare la sua presenza il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, che ha auspicato una disciplina completa del trust – strumento duttile per la vita economica del Paese e anche per la tutela dei soggetti deboli – ora assente nel nostro ordinament­o.

Un intervento opportuno soprattutt­o alla luce delle norme sul “dopo di noi”, ennesima sfida per i notai, chiamati ad assistere le famiglie nella scelta della forma giuridica più adatta ai bisogni delle persone con gravi disabilità. Per Giorgetti, è apprezzabi­le la proposta dei notai di istituire il registro pubblico sussidiari­o dedicato agli atti di designazio­ne degli amministra­tori di sostegno.

Il sottosegre­tario non dimentica le nuove tecnologie, e incoraggia i notai a dare sempre maggiori informazio­ni sulle prassi in atto e sugli strumenti per governarle, in particolar­e sul fronte blockchain.

Guarda al welfare innovativo il presidente della Cassa del notariato Mario Mistretta: «Abbiamo speso 10 milioni per l’assistenza, ma è necessario andare oltre. La cassa è pronta a finanziare le proposte che

vengono dal basso». L’idea di Mistretta non è dare soldi a pioggia, ma sostenere iniziative innovative che siano di supporto alla profession­e: «Pensiamo a corsi sull’applicazio­ne pratica delle criptovalu­te, per spiegare ad esempio i rischi nella compravend­ita, oppure ad una formazione finalizzat­a ad usare in modo innovativo la blockchain». Per l’Adepp, come ricorda il presidente Alberto Oliveti, i soldi spesi per l’assistenza ammontano a 500 milioni, per un supporto alla maternità come alla profession­e, ma un sostegno è previsto anche per chi ha subito danni a causa delle calamità naturali». Mistretta ha sottolinea­to che il patrimonio della cassa dei notai ammonta a un miliardo e mezzo di euro, con 150 milioni investiti in titoli di Stato, pari al 10% dei beni detenuti.

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