Tagli alla Difesa da 500 milioni Ne fa le spese l’elicottero Nh90
Riduzioni anche ai programmi del Tornado e del blindato «Freccia» Archiviato anche il progetto del Pentagono italiano ideato dal ministro Pinotti
Per ora il taglio di spesa stimato è dell’ordine di 500 milioni di euro per il 2019. Tocca soprattutto l’elicottero militare Nh-90. Poi l’ammodernamento dei caccia Tornado e il veicolo blindato medio Vbm 8x8 Freccia. Con risparmi di 370 milioni fra tutti e tre. Nessun taglio al momento per i cacciabombardieri americani F-35, anche se la Difesa _ secondo fonti di governo _ è orientata a rallentare il programma di acquisti ereditato dai governi precdenti. “Colpito” anche il nuovo missile terra-aria, il Camm Er. Lo stop genera un risparmio di 39 milioni tra quest’anno e il prossimo, su un costo complessivo del programma stimato in 500 milioni.
In archivio il progetto del «Pentagono italiano». Era un’idea dell’ex ministro della Difesa del Pd, Roberta Pinotti. Costo stimato: 1,2 miliardi fino al 2032. Nell’immediato per l’anno prossimo il risparmio è di circa 50 milioni. Questi i tagli per ora. Perché dalla navigazione in Parlamento del disegno di legge di bilancio per il 2019 potrebbero emergere altre riduzioni di spesa nei fondi per l’industria della difesa. Soprattutto se la maggioranza Lega-M5S e il governo dovessero decidere di attuare in pieno quanto scritto nel comunicato di Palazzo Chigi del 15 ottobre, nel quale si dà conto dell’approvazione in Consiglio dei ministri del disegno di legge di bilancio del 2019.
Al punto 14 del comunicato si legge: «Riduzione delle spese militari – Si prevede una riduzione delle spese militari pari ai fondi necessari per la riforma dei Centri per l’impiego». Tale riforma, ritenuta necessaria dal governo per rendere operativo il reddito di cittadinanza, costerebbe un miliardo nel 2019. Il disegno di legge collegato per il reddito di cittadinanza però non ha ancora visto la luce.
Intanto, per orientarsi nel labirinto di cifre e di carte (non tutte trasparenti) che compongono il bilancio della Difesa, si può partire dal «Dpp», il Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2018-2020, presentato dal ministro della Difesa, Elisabetta Trenta. Il documento è stato pubblicato dalla Camera il 31 ottobre.
Il Dpp proietta i dati finanziari del bilancio della Difesa per il 2018 e la previsione per il 2019 e il 2020, prima degli effetti finali della manovra in Parlamento.
Nel 2018 per l’acquisto di mezzi e armamenti militari, alla voce «investimenti», secondo le proiezioni del Dpp saranno destinati 2.305,5 milioni dal bilancio del ministero della Difesa e ulteriori 2.777,6 milioni da quello del Mise, altro grande finanziatore del settore: il totale è di 5.083,1 milioni.
Per il 2019 il Dpp indica una spesa per «investimenti» di 2.396 milioni del bilancio della Difesa, non specifica in dettaglio il contributo del Mise, forse perché è soprattutto sui capitoli di spesa del dicastero guidato da Luigi Di Maio che si dovrebbero concentrare i tagli. Ipotizzando che la base di partenza anche dei fondi Mise sia simile al 2018, si può considerare che per il 2019, detratti i 500 milioni di tagli già previsti, le risorse totali disponibili per l’industria siano sui 4,5 miliardi.
Oltre a questi fondi vanno in larga parte all’industria anche le spese per «esercizio», pari a 1.458 milioni nel 2019 (39 milioni in più del 2018), soldi spesi per il funzionamento e la manutenzione dei mezzi, oltre che per l’addestramento. Il grosso della spesa è per il personale, pari a 10.073 milioni nel 2018, una cifra che si mangia il 73% delle risorse per la «funzione Difesa» in senso stretto, che ammontano a 13,8 miliardi complessivi nel 2018 (non sono compresi in questo importi i fondi del Mise).
A pagina 125 del Dpp si legge: «(...) la Difesa, di concerto con il Mise, ha avviato un’attività di razionalizzazione delle spese (...). In particolare, nell’ambito delle risorse rese disponibili sul bilancio del Mise (...) si è proceduto ad articolare una rimodulazione decennale dei volumi finanziari destinati ai programmi Nh-90, Vbm 8x8 e Tornado mirata a ridurre i livelli di spesa nel brevissimo periodo. (...) la manovra ha così consentito di recuperare, con riferimento al 2019, un volume pari a circa 370 milioni di euro che verrà adeguatamente dilazionato e rimodulato a favore delle citate progettualità in un arco temporale decennale». I tagli all’Nh-90 comportano un risparmio di 252 milioni nel 2019. Alla produzione di quest’elicottero è interessato il gruppo Leonardo, ex Finmeccanica, in consorzio con le industrie di Francia e Germania (Airbus) e Olanda (ex Fokker). Leonardo, attraverso la partecipazione del 25% nel gruppo Mbda, è interessata anche allo sviluppo del missile Camm Er, mentre realizza il Vbm Freccia insieme a Iveco del gruppo Exor-Cnh.
Il Dpp di Trenta dice che il programma dell’F-35, «al momento, procede in linea con gli indirizzi operativi e gli impegni di governo indicati nel Dpp 2017-2019», quello del precedente governo. Il Dpp rileva che nel 2017 all’F-35 sono andati 668 milioni, 56 milioni in meno della previsione iniziale. Il nuovo Dpp recupera questa «mancata contribuzione» nel 2018 e 2019 e assegna all’F-35 745 milioni per il 2018, 766 milioni per il 2019 e 783 milioni per il 2020. Per l’Eurofighter la previsione di spesa è di 606 milioni nel 2018, 598 milioni nel 2019, 580 milioni nel 2020.