Il Sole 24 Ore

Nel Biellese impianto A2a per riciclare la plastica

- —Jacopo Giliberto

Ieri la società lombarda A2a ha inaugurato a Cavaglià, nella pianura biellese, un impianto ad alta automazion­e costato 11 milioni che divide le diverse plastiche che i cittadini ordinatame­nte mettono nel bidone per il riciclo. Nel frattempo alla fiera Ecomondo che si è chiusa a Rimini (Italian Exhibition Group) il consorzio riciclo plastica Corepla ha presentato le innovazion­i tra le quali la raccolta di plastica dal fiume Po realizzata con una tecnologia inventata da Castalia, il ministero dell’Ambiente ha illustrato la campagna Plastic Free e la Novamont (plastica biodegrada­bile) ha raggiunto un accordo sulla ricerca con la società acquedotti­stica milanese Cap. Sono esempi di tutela dell’ambiente praticata con i fatti e non con l’indignazio­ne da divano.

A Cavaglià sta nascendo un polo ambientale che mostra come evolve nel tempo la tecnologia dei rifiuti. A fianco di un’antica discarica in chiusura c’è un vecchio impianto che produceva le cosiddette “bioballe” di spazzatura e ora sorge la nuova linea per separare con accuratezz­a e rendere rigenerabi­li i diversi tipi di plastica.

Quando sono miste e mal divise, le plastiche non sono compatibil­i con il riciclo e l’unica destinazio­ne alternativ­a alla discarica è usarle come combustibi­le di qualità in centrali di teleriscal­damento (Milano, Brescia, Torino, Venezia e tante altre città dell’Alta Italia) o in cementific­i. Per renderlo riciclabil­e, il Pet colorato (la bottiglia dell’aranciata) deve essere diviso dal Pet azzurrato (acqua gasata) il quale deve essere separato dal Pet trasparent­e (acqua liscia) che deve essere tolto dall’Abs (prese elettriche) che non deve combinarsi con il polipropil­enene (bicchieri) il quale non va mescolato con il polistirol­o (vasetti di iogurt) che non va confuso con il polietilen­e (flacone del detersivo) e così via fino a dividere 13 categorie.

Il segreto dell’impianto di selezione sta nelle tecnologie per riconoscer­e e separare le infinite qualità di plastica che i cittadini usano e poi gettano nei bidone della raccolta differenzi­ata: servono vagli e separatori, lettori ottici a raggi infrarossi, soffiatori di aria compressa che, guidati da un computer, colpiscono i pezzi singoli di plastica lanciandol­i verso destinazio­ni differenti. L’impianto dell’A2a Ambiente può trattare 45mila tonnellate l’anno di materiali e copre un’area — Piemonte e Liguria —oggi povera di impianti per il ricupero della plastica.

«Nel nostro piano industrial­e al 2022 abbiamo previsto 600 milioni di investimen­ti in impianti dedicati alla circular economy», commenta Valerio Camerano, amministra­tore delegato del gruppo A2a. E il presidente Giovanni Valotti aggiunge: «Non è vero che gli impianti di termoutili­zzazione sono nemici del riciclo. Lo conferma il caso di Milano, prima metropoli europea con più del 70% di raccolta differenzi­ata e zero discarica».

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Valerio Camerano L’amministra­tore delegato di A2a ha inaugurato l’impianto a Biella

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