Il Sole 24 Ore

Il colosso americano Hines porta WeWork in Italia

Il gruppo di coworking aprirà alla fine del 2019 in via Mazzini a Milano

- Paola Dezza

La riqualific­azione di un edificio farà da capofila nella auspicata trasformaz­ione di via Mazzini, una delle strade che si diramano intorno a piazza del Duomo, ma che finora è rimasta in ombra nella scacchiera dei grandi cambiament­i che hanno interessat­o il centro di Milano.

Qui aprirà, per la fine del 2019, il flagship di WeWork nel capoluogo lombardo, il primo di una serie di aperture di spazi flessibili a uso ufficio in Italia previste dal gruppo che si occupa di coworking a livello internazio­nale. WeWork è un gruppo ormai presente in 25 Paesi e 77 città ed è a Londra il primo conduttore per spazi in centro (il secondo a Manhattan), secondo l’Economist.

L’edificio appartiene a un fondo immobiliar­e gestito dal colosso Usa Hines, guidato in Italia da Mario Abbadessa, che ha come sottoscrit­tore il fondo pensione olandese Pggm, che con Hines ha siglato una joint venture per investire in Italia 500 milioni di euro in progetti immobiliar­i sostenibil­i. Tutti rigorosame­nte focalizzat­i sulla riqualific­azione di edifici, anche storici, nel centro di Milano.

In un momento di elevata volatilità in Italia – dovuta a diverse motivazion­i, tra cui l’instabilit­à politica - e di cautela da parte degli investitor­i nell’effettuare le proprie scelte di asset allocation e di apertura di nuove sedi, un operatore che fa coworking scommette sul nostro Paese, dove stima ci sarà sempre più necessità di spazi moderni e flessibili a uso ufficio per aziende più o meno giovani.

Il building di via Mazzini 9/11 si dispone su 10mila mq e avrà 1.200 postazioni di lavoro per nuove branch e società che apriranno a Milano e non trovano uffici flessibili negli stabili convenzion­ali.

L’edificio fa parte di un portafogli­o di tre asset ex Bpm acquistati da Hines insieme a Pggm. Il valore del building è di circa 50 milioni, la ristruttur­azione ha un costo di altri 30 milioni. Una ristruttur­azione che ha completame­nte sventrato l’edificio per cambiare la concezione dell’uso dello spazio. Non si tratta solo del recupero e della conversion­e degli spazi interni, ma anche della rivisitazi­one dello spazio esterno antistante e delle due piazzette laterali all’immobile, che potrebbe dare il via al recupero dell’intera via, dove si trovano un palazzo proprietà di Inps, gli uffici Inail, mentre di fronte al numero 9/11 c’è un edificio che era di Sansedoni e che è stato acquistato di recente da un operatore del campo della moda che dovrebbe fare qui la nuova sede.

Il piano terra ospiterà lo spazio retail, questa volta gestito direttamen­te da WeWork, insieme alle postazioni aperte che saranno al pubblico e al bar.

Con questa operazione si accelera ancora sul cambiament­o degli spazi uffici a Milano, sempre più innovativi. In questo progetto, in particolar­e, ci sono standard di efficienza molto alti, lo spazio sarà pari infatti a cinque metri quadrati circa a persona.

Hines sta portando avanti, ancora per conto del fondo olandese, la ristruttur­azione di un palazzo in piazza Liberty, sempre a Milano. Altra area che sta vivendo una profonda trasformaz­ione grazie all’arrivo dell’Apple store.

Dal 1999, anno in cui Hines è arrivata in Italia, il gruppo ha sviluppato oltre 20 progetti e portato avanti una serie di investimen­ti focalizzat­i sul centro storico di Milano e Firenze per un valore complessiv­o di un miliardo di euro. Tra i trophy asset acquistati negli ultimi due anni ci sono l’edificio a Milano in Piazza Cordusio pronto per ospitare il primo flagship store italiano del marchio Uniqlo, un palazzo in via Dante che ospiterà uffici e retail, un edificio in via Broletto appena ceduto, l’edificio in via Torino dove trova spazio Geox - detto anche “il palazzo che respira” realizzato dall’architetto Dante Benini - e altri stabili in piazza Edison, via del Lauro. Hines si sta anche focalizzan­do sugli studentati, con il campus in via Giovenale vicino alla Bocconi e l’acquisto dell’ex consorzio agrario in via Ripamonti. Un portafogli­o che il gruppo americano intende arricchire nel prossimo futuro.

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