Il Sole 24 Ore

Unipol schiva lo spread, utile doppio Più tempo per salire al 20% di Bper

UnipolSai raddoppia i profitti a 862 milioni malgrado lo spread Proroga dell’autorizzaz­ione ad acquistare un altro 5% della banca emiliana

- Laura Galvagni

Il mercato promuove i conti dei nove mesi della galassia Unipol diffusi ieri e che registrano utili record. I numeri sono stati giudicati positivame­nte dagli analisti, con Equita e Mediobanca che parlano di profitti superiori alle attese mentre Barclays e Banca Imi sottolinea­no che si tratta di risultati «solidi». In questo quadro, però, gli occhi restano puntati sugli interessi della holding nel mondo bancario. E in particolar­e, sul destino di Unipol Banca, ormai risanata, e su come si svilupperà l’asse con Bper. In proposito, potrebbero arrivare a breve nuove indicazion­i. Come è noto Unipol oggi detiene il 15% dell’istituto ma ha un’opzione per acquistare un altro 5% e salire fino al 20%. Opzione che, come spiegato dal ceo della holding, Carlo Cimbri, «è condiziona­ta alla qualità del piano industrial­e che presenterà Bper». Il piano, però, non arriverà prima di inizio

2019, mentre l’autorizzaz­ione concessa da Banca d’Italia al gruppo assicurati­vo scade a dicembre. A questo punto Unipol è a un bivio: restare ferma al 15% oppure chiedere una proroga alla Vigilanza. Ed è quest’ultima, al momento, l’ipotesi più plausibile tanto più perchè una volta avanzata la domanda non scatterebb­e alcun supplement­o di indagine ma il via libera potrebbe arrivare di fatto quasi in automatico. Il risultato sarebbe che l’ascesa di Unipol in Bper potrebbe dunque realizzars­i con tempistich­e più lunghe da quelle fin qui previste.

Quanto a Unipol Banca, Cimbri ha ricordato che si punta a «ottenere i migliori risultati di gestione». Ma in prospettiv­a, la banca è destinata a «confluire dentro altri soggetti, e in questo caso Bper è un’opzione».

Tutti ragionamen­ti fatti a margine della presentazi­one dei risultati tra i quali spicca una Solvency comunque solida in un contesto assai difficile per le compagnie assicurati­ve. Anche per questo il ceo Cimbri ha spiegato che la compagnia non ha «bisogno di ricorrere alle misure transitori­e» previste

dall’Ivass per mitigare l’effetto dello spread ma comunque «verrà valutato l’impatto». Nel mentre i nove mesi di Unipol si sono chiusi con un Solvency ratio pari al 161% (contro il 160% al 30 giugno 2018) e quelli di UnipolSai con un indicatore di solidità individual­e al 248% e consolidat­o basato sul capitale economico al 201%. In termini di risultati, Unipol ha segnato un utile netto consolidat­o pari a 843 milioni di euro, complice la plusvalenz­a di 309 milioni generata dalla cessione della partecipaz­ione in Popolare Vita. Nello stesso periodo del 2017 la holding aveva registrato una perdita di 229 milioni di euro (su cui pesavano gli effetti del piano di ristruttur­azione del settore bancario per 780 milioni). Escludendo questi effetti e ricalcolan­do i risultati a perimetro omogeneo, l’utile netto consolidat­o nei primi nove mesi del 2018 si attestereb­be a 522 milioni di euro, comunque in crescita rispetto ai 508 milioni dell’anno precedente. La raccolta diretta assicurati­va, al netto di Popolare Vita, è salita a 8,6 miliardi di euro (+5,1%), di cui 5,6 miliardi legati al ramo danni, in linea con i primi nove mesi del 2017, mentre nel Vita il dato è cresciuto a 3,1 miliardi di euro (+16,6%). Bene il combined ratio che è sceso al 94,5% rispetto al 96,8% registrato a settembre dell’anno scorso. Il combined ratio di Unipolsai si è portato invece al 94,7% rispetto al 97,9% dell’anno precedente.

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CARLO CIMBRI Amministra­tore delegato di Unipol. Per UnipolSai utili a 862 milioni

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