Cattolica conferma i target: in aumento raccolta e profitti
Il ceo Minali: la società può contare su «una posizione di capitale robusta»
Una posizione di capitale «robusta», nonostante la forte ascesa dello spread, numeri in crescita e un asse con Banco Bpm che sta dando i frutti sperati. Sono questi i passaggi chiave emersi a valle della diffusione dei conti dei nove mesi di Cattolica. Appuntamento che il ceo, Alberto Minali, ha sfruttato per lanciare un messaggio particolarmente d’attualità in una fase in cui le dinamiche del differenziale si fanno sentire sui conti dei gruppi assicurativi: il meccanismo del volatility adjustment va cambiato. Cattolica non intende utilizzare le misure transitorie messe a disposizione dall’Ivass per fronteggiare l’aumento dello spread, visto che, ha sottolineasto il manager, la società può contare su «una posizione di capitale robusta», piuttosto vorrebbe che «il meccanismo del volatility adjustement fosse più calibrato sull’andamento dei tassi d’interesse». Cosa per la quale la società si è mossa presso l’Eiopa, cioè l’Autorità europea delle assicurazioni. Lo strumento, secondo Minali «funziona male nei momenti in cui dovrebbe funzionare bene». Per esempio,
in occasione della semestrale, ha precisato il ceo, «non è stato attivato per soli 3 basis point» ma se se fosse entrato in funzione avrebbe generato per Cattolica benefici sulla Solvency vicini ai 30 punti base. Per questo, ha concluso Minali, «chiediamo un country specific volatility adjustement coerente con il profilo delle compagnie: un risultato che ci piacerebbe ottenere per la stesura del bilancio 2019».
Nel mentre, si lavora anche per far decollare con la partnership con Banco Bpm che, come ha sottolineato Enrico Mattioli, vice direttore generale e e cfo del gruppo «sta procedendo in linea con le attese» e per questo «siamo fiduciosi di potere raggiungere gli obiettivi del piano che ci siamo posti». Quanto ai nove mesi, Cattolica ha segnato una raccolta complessiva a 4,3 miliardi (+16,7%) con una forte crescita del comparto Vita (+23,5%) e una buona performance del danni (+5,8%). L’ebit è risultato in crescita del 45,5% a 231 milioni e il risultato netto consolidato a 93 milioni (nella prima parte del 2017 c’erano state svalutazioni non ricorrenti per 67 milioni). Dal punto di vista patrimoniale, il Solvency II Ratio si attestato al 160%, in linea con la semestrale. Il combined ratio è in miglioramento di quasi 2 punti al 93%.