Il Sole 24 Ore

Libia, a Palermo prima tappa verso la stabilità istituzion­ale

La Comunità di Sant’Egidio: l’incontro con la società civile chiesto dal premier

- Gerardo Pelosi

Saranno circa venti i Paesi rappresent­ati al massimo livello (capo di Stato e di Governo o ministro degli Esteri) presenti alla conferenza sulla Libia che si terrà a Palermo il 12 e 13 novembre. Ci saranno quasi tutti i Paesi limitrofi dall’Egitto all’Algeria, dalla Tunisia alla Nigeria al Ciad oltre ai ministri degli Esteri di vari Paesi Ue come Francia, Germania, Grecia e Malta e il primo ministro russo Dimitri Medvedev. Dovranno garantire la ripresa del dialogo tra tutti i soggetti della politica libica aprendo la strada al piano delle Nazioni Unite che prevede alcuni passaggi fino alla fissazione di nuove elezioni politiche nel 2019 e presidenzi­ali nel 2020.

Quello di Palermo è considerat­o dalle Nazioni Unite un passaggio fondamenta­le per la stabilizza­zione del Paese nordafrica­no e per le tappe successive della road map come hanno sottolinea­to sia l’inviato dell'Onu per la Libia Ghassan Salamè che tutti i rappresent­anti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che sostengono il percorso che la comunità internazio­nale intende incoraggia­re. Il lavoro più difficile delle ultime settimane, rilevano fonti del Governo, è stato quello di superare la logica dei veti incrociati senza fissare paletti precisi sulla presenza di questo o quel soggetto libico ma rilanciand­o il “formato di Roma” e formulando un invito ai due grandi interlocut­ori Faywez Al Serraj di Tripoli e Khalkifa Haftar di Bengasi oltre ai presidenti dei due parlamenti quelo di Tobruk Aguila Saleh e il presidente dell’Alto Consiglio di Stato di Tripoli Khaled Al Meshri.

«Il nostro Governo – ha spiegato il premier Giuseppe Conte su Facebook - sostiene con convinzion­e la strategia portata avanti dalle Nazioni Unite. Proprio in questo processo di stabilizza­zione si inserisce la due giorni di Palermo, che non sarà un episodio isolato, ma una tappa fondamenta­le di un percorso lungo il quale l’Italia continuerà ad accompagna­re passo dopo passo il popolo libico». Secondo Conte «l’obiettivo è dare un contributo concreto al percorso di stabilizza­zione del Paese in pieno accordo con i principali attori politici libici, che avranno a Palermo un ruolo da protagonis­ti. Non a caso, ha aggiunto Conte, «il messaggio che vogliamo lanciare è #ForLibyaWi­thLibya. E venerdì il Rappresent­ante speciale dell’Onu in Libia, Ghassan Salamé, ha illustrato al Consiglio di Sicurezza il nuovo piano di azione che sarà alla base della Conferenza di Palermo». «Non riteniamo certo - precisa Conte - di poter risolvere tutti i problemi, ma vogliamo creare una sostenibil­e occasione di incontro. C’è grande attenzione per questo evento come attestato dall’elevato numero di conferme pervenute».

Il lavoro preparator­io di Palermo è stato condiviso da Italia e Francia come testimonia­no i contatti con i rappresent­anti di Misurata incontrati ieri a Parigi dal ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian. Un evento successivo a Palermo sarà invece la riunione dei rappresent­anti della società civile libica che si terrà a Roma entro la fine del mese organizzat­a dalla Comunità di Sant'Egidio con la collaboraz­ione dell’Università di Perugia. «Sant’Egidio – ricorda Mario Giro ex viceminist­ro degli Esteri e massimo rappresent­ante della Comunità – lavora dal 2011 sulla Libia nel settore umanitario; in questo quadro il presidente del Consiglio Conte ci ha chiesto di organizzar­e un incontro della società civile, tutto qui».

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