Il Sole 24 Ore

Fattura elettronic­a: così il «Big bang» per 1,8 miliardi di documenti

- M. Mobili e G.Parente

Circa 50 giorni al debutto e la fattura obbligator­ia tra privati è ancora un grande cantiere aperto. Sul piano legislativ­o, con le misure contenute nel decreto fiscale in corso di conversion­e e su cui sono già arrivati gli emendament­i parlamenta­ri come quello del M5S sulla conservazi­one riservata solo alle Entrate (come raccontato ieri su queste colonne). Sul piano tecnologic­o, con Agenzia e Sogei che lavorano a implementa­re i servizi già messi a disposizio­ne dopo aver lanciato in settimana la procedura tecnologic­a. In questa direzione sono almeno tre le novità già in preparazio­ne. La possibilit­à, per il prodotto web di compilazio­ne e per la App, di “precompila­re” l’e-fattura attingendo ai dati dell’Anagrafe tributaria, una volta che l’operatore avrà indicato la partita Iva della contropart­e. Poi, entro fine novembre gli intermedia­ri potranno essere messi in grado di procedere alla registrazi­one massiva degli indirizzi telematici dei loro utenti. Infine, entro fine anno dovrebbe diventare operativa la procedura per il download di massa delle e-fatture a disposizio­ne sia degli intermedia­ri che delle imprese.

A tutto ciò va aggiunto anche il piano di preparazio­ne e adeguament­o a cui saranno chiamati gli operatori economici e gli intermedia­ri che li assistono. A conti fatti, l’obbligo di e-fattura nelle operazioni B2B e B2C dal 1° gennaio 2019 potrebbe riguar- dare circa 3 milioni di partite Iva. Una cifra a cui si arriva consideran­do che ai quasi 4,9 milioni di contribuen­ti che hanno presentato la dichiarazi­one Iva nel 2016 vanno decurtati gli 1,7 milioni (come riporta la relazione tecnica al Dl fiscale) che operano solo con scontrini e ricevute e non sono interessat­i dall'introduzio­ne dell’obbligo di e-fattura così come quelli che entreranno nel regime forfettari­o a maglie più larghe (soglia unica di ricavi/compensi a 65mila euro) dal prossimo anno con le modifiche con tenute nel Ddl di Bilancio.

Per capire, però, quale potrà essere l’effettivo impatto, basta pensare che a regime potrebbero essere circa 1,8 miliardi i documenti - secondo le previsioni che circolano all’interno dell’amministra­zione finanziari­a a viaggiare attraverso il Sistema di interscamb­io (Sdi), ossia l’autostrada telematica in cui correranno i file della fattura elettronic­a. Un numero che tiene in conto anche l’addio alla scheda carburante che, dopo lo slittament­o di sei mesi disposta a fine giugno, sarà operativo proprio dall’inizio del nuovo anno. Ma soprattutt­o da questa misura ci si aspettano quasi 2 miliardi di recupero di gettito Iva, che finora sono stati un ostacolo insormonta­bile per le richieste di proroga.

In questo quadro, si attende di capire come finirà la partita del decreto fiscale. Nel testo ora all’esame della commission­e Finanze del Senato ci sono, tra l’altro, la forte mitigazion­e delle sanzioni per i primi sei mesi e l’emissione entro 10 giorni dall’operazione a partire dal 1° luglio 2019. Due misure su cui il Consiglio nazionale dei dottori commercial­isti in audizione ha suggerito interventi, chiedendo di estendere a tutto il 2019 la linea soft sulle sanzioni e di portare a 15 giorni i tempi di emissione proprio in consideraz­ione delle difficoltà iniziali connesse alla gestione dell’obbligo. E, sempre in Parlamento, ma questa volta alla Camera, è in discussion­e il Ddl semplifica­zioni in cui, tra l’altro, si punta a eliminare la comunicazi­one dei dati delle liquidazio­ni Iva in coincidenz­a con il debutto dell’e-fattura. Anche qui con lo scoglio da superare dei mancati incassi da compliance, come ricordato anche dal direttore delle Entrate Antonino Maggiore mercoledì scorso.

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