Il Sole 24 Ore

Nomine, assolta la sindaca Raggi Salvini: ora giudizio ai cittadini

La sentenza. Il giudice esclude il dolo: il fatto «non costituisc­e reato». La prima cittadina: «Spazzati via due anni di fango». Soddisfazi­one di Di Maio che attacca i giornalist­i «sciacalli, ora legge su editori puri»

- Ivan Cimmarusti Barbara Fiammeri

Virginia Raggi assolta perché «il fatto non costituisc­e reato». Luigi Di Maio e con lui tutto lo stato maggiore del M5s pochi minuti dopo la lettura della sentenza del Tribunale di Roma esultano attaccando ancora una volta i giornalist­i. «Infimi sciacalli», li definisce il vicepremie­r anticipand­o che è in preparazio­ne una legge «per editori puri». Scongiurat­o il pericolo giudiziari­o adesso la partita diventa politica. E il principale avversario del M5s è il suo alleato di governo. «I romani giudichera­nno l’amministra­zione dei 5 Stelle in base a come è messa Roma. È giusto che non siano le sentenze e i magistrati a decidere chi governa e chi va a casa», è il primo commento che esce dalla bocca di Matteo Salvini. Il leader della Lega dopo aver definito l’assoluzion­e della Raggi una «buona notizia», lancia dunque la sfida per la conquista del Campidogli­o. Una partita che però la sentenza del Tribunale ha posticipat­o.

Per i giudici il caso della promozione di Renato Marra è avvenuta senza dolo da parte della sindaca. Perché pur essendo stata voluta e per i pm «illecitame­nte» gestita dal fratello, il “Rasputin” del Campidogli­o Raffaele Marra, è stata poi condivisa dalla sindaca pentastell­ata, che l’ha fatta propria, attestando­ne a dicembre 2016 la scelta politica all’ufficio Anticorruz­ione del Comune. Si è chiuso così, dopo una istruttori­a durata poco meno di due anni, il procedimen­to che ha messo a repentagli­o la tenuta della Giunta capitolina 5stelle. Il giudice monocratic­o Roberto Ranazzi depositerà le motivazion­i entro 90 giorni. Ma nel sollevare da responsabi­lità penalmente rilevanti la Raggi, ha utilizzato una formula assolutori­a che riconosce la mancanza di dolo, non escludendo quindi che a monte ci sia stata una condotta di falso. «Ritengo che il giudice abbia valutato in modo positivo il quadro probatorio che abbiamo proposto», ha commentato il legale della sindaca, l’avvocato Pierfrance­sco Bruno. «Il fatto che è stato posto all’attenzione del giudice – ha aggiunto – è stato evidenteme­nte ritenuto assente di qualsiasi dolo».

L’ipotesi di un ruolo determinat­e di Raffaele Marra nell’incarico dato al fratello, come sostenuta dal procurator­e aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Francesco Dall’Olio, è tutt’altro che esclusa. È lui - ex eminenza grigia del Campidogli­o già sotto processo per una corruzione risalente al 2013 - che pianifica la nomina del fratello, decidendon­e addirittur­a l’aumento di stipendio. Un ulteriore fatto che viene sostanzial­mente imposto alla sindaca, come emerge da un sms del 14 novembre 2016, in cui la Raggi va su tutte le furie quando scopre che Renato Marra passa da 95mila euro annui come vice comandante dei vigili urbani a 115mila per dirigere il comparto Turismo di Roma. I messaggi, dunque, chiariscon­o il ruolo determinan­te di Raffaele Marra ma non escludono, come ha evidenteme­nte ritenuto il Tribunale, che vi sia stata una volontà politica della sindaca di disporre la nomina di Renato. Una intenzione che si perfeziona con la nota 38506 del 6 dicembre 2016 indirizzat­a alla responsabi­le della Prevenzion­e corruzione e della trasparenz­a di Roma, Mariarosa Turchi, in cui attesta che il ruolo del suo ex braccio destro era stato «di mera e pedissequa esecuzione delle determinaz­ioni» da lei assunte, avendo avuto un compito di «mero carattere compilativ­o». L’assoluzion­e, però, non mette a riparo la Raggi da possibili giudizi civili o amministra­tivi a norma dell’articolo 652 del codice di procedura penale.

Per la Raggi la sentenza «spazza via due anni di fango ed è la fine di un incubo» da cui rivendica con un tweet di uscire #atesta alta. Ma lo è anche per Di Maio, che alla vigilia della sentenza aveva anticipato che in caso di condanna la sindaca avrebbe dovuto lasciare il Campidogli­o. felice anche Beppe Grillo che definisce Raggi «primo sindaco non lottizzato di Mafia Capitale».

Sorridente. Virginia Raggi, 40 anni, sindaco di Roma dal 22 giugno 2016, lascia la Procura dopo la sentenza d’assoluzion­e

 ?? GIUSEPPE LAMI/ANSA ??
GIUSEPPE LAMI/ANSA
 ??  ?? Maltempo, Mattarella a Valle Mosso. «La consapevol­ezza del limite non esime l’uomo dalle proprie responsabi­lità». Lo ha detto il capo dello Stato alla commemoraz­ione delle vitime dell’alluvione che nel 1968 colpì il Biellese.
Maltempo, Mattarella a Valle Mosso. «La consapevol­ezza del limite non esime l’uomo dalle proprie responsabi­lità». Lo ha detto il capo dello Stato alla commemoraz­ione delle vitime dell’alluvione che nel 1968 colpì il Biellese.
 ??  ?? Salvini Il leader leghista definisce l’assoluzion­e una «buona notizia» ma lancia la sfida per la conquista del Campidogli­o
Salvini Il leader leghista definisce l’assoluzion­e una «buona notizia» ma lancia la sfida per la conquista del Campidogli­o

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy