La giunta riparte, i dossier caldi sono strade, trasporti e rifiuti
Rimpasto in vista, tra i nodi anche la razionalizzazione delle aziende capitoline
La mina giudiziaria è disinnescata e Virginia Raggi può ripartire per la seconda metà del suo mandato e affrontare gli stessi problemi che la prima sindaca donna della capitale aveva di fronte a sé quando arrivò in Campidoglionel giugno 2016 : mobilità, manutenzione delle strade e rifiuti. Mali cronici della capitale. Dossier sui quali l’amministrazione pentastellata non è riuscita a imprimere quel cambiamento promesso e auspicato dai romani (non solo elettori “grillini”) e che ora si tenterà di risolvere con un rimpasto della giunta. Intanto resta congelato il progetto del nuovo stadio, bloccato dopo l’inchiesta che ha portato in carcere il costruttore Luca Parnasi e l’ex presidente Acea (municipalizzata) Luca Lanzalone, avvocato che aveva affiancato il Campidoglio nel seguire il dossier. Così come nella cartella “stand by” c’è da ricordare l’annunciata razionalizzazione delle aziende capitoline: per ora inattuata. Anzi, proprio Ama (l’azienda dei rifiuti) è uno dei problemi più spinosi degli ultimi mesi: il bilancio non è stato approvato, gli stipendi sono a rischio e la scorsa settimana i dipendenti hanno scioperato.
La sindaca avrà poco tempo per godersi l’assoluzione: oggi i romani sono chiamati al referendum sulla messa a gara del trasporto pubblico promosso dai Radicali (si veda l’artitolo sotto). Voto consultivo ma cruciale perché una vittoria del Sì sarebbe un colpo per la Raggi: per l’Atac, la municipalizzata con 1,4 miliardi di debiti, la giunta ha scelto il concordato preventivo. Piano approvato dal Tribunale fallimentare che sarà votato dall’assemblea dei creditori il 19 dicembre.
Intanto le buche flagellano le strade romane: al ministero dell’Economia, con la mediazione del ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli (M5S), era arrivata la richiesta di destinare in manovra 180 milioni (in tre anni) per la manutenzione delle strade della capitale. I soldi, alla fine, non sono arrivati. Fondi in più potrebbero giungere con i tanto agognati poteri speciali per la Capitale ma i tempi sono lunghi. «È un tema inserito nel contratto di governo» rimarca spesso la Raggi che a fine settembre ebbe un incontro con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. «Non sono venuta con la lista della spesa» disse la sindaca che al precedente Governo aveva chiesto 1,8 miliardi le risorse per finanziare gli interventi inseriti nell’Agenda per Roma.
Quanto allo stadio, dopo la bufera giudiziaria la sindaca ha richiesto una “due diligence” per passare al setaccio le carte e attende uno studio sulla mobilità da parte del Politecnico di Torino. : «Io - ha commentato - tenderei ad andare avanti, a meno di disastri». Prima della fine dell’anno potrebbe arrivare in Aula la variante urbanistica, ultimo passaggio dell’iter. Test decisivo per il futuro della giunta.