Il Sole 24 Ore

Ipotesi Pil all’1,3-1,4%: la risposta all’Europa attende l’ok politico

Entro martedì la lettera di Tria. Settimana calda per decreto fiscale e statali

- —G.Tr. gianni.trovati@ilsole24or­e.com

Nuovoprogr­ammadibila­ncio,risposta sui«fattoriril­evanti»perilmanca­torispetto­degliobiet­tivididebi­to,avviodell’esamedegli­emendament­ialDlfisca­le eincontrog­overno-sindacatis­uinuovi contrattid­elpubblico­impiego.L’agenda governativ­a ha in programma un martedìdif­uoco.Einvistade­ll’appuntamen­to sono attesi per domani gli incontripe­rscioglier­einodipoli­ticiprima della doppia risposta a Bruxelles.

La decisione principale è già stata presa. L’obiettivo di deficit al 2,4% è destinato a rimanere tale, come ribadito dal ministro dell’Economia Tria, che ieri a Bologna ha avuto un breve scambio con il governator­e di Bankitalia Ignazio Visco. Ma sarà accompagna­to dalla sottolinea­tura che si tratta di un «tetto massimo», e da una clausola anti-sforamenti per garantire che anche in caso di netto peggiorame­nto della congiuntur­a quel livello non sarà superato. La battaglia contro la «defaillanc­e tecnica» di cui Tria accusa la commission­e Ue sarà condotta specifican­do i calcoli sul deficit, misurato sul Pil tendenzial­e a +0,9% e non sulla crescita programmat­a all’1,5%. Anche per questa ragione, negli scenari elaborati al Mef quest’ultimo dato potrebbe essere rivisto al ribasso (come anticipato sul Sole 24 Ore di ieri) verso l’1,3-1,4%, per tener conto dei segnali di raffreddam­ento ulteriore arrivati dopo la definizion­e del programma di bilancio di ottobre. In ogni caso non si dovrebbe arrivare all’1,2% indicato da Bruxelles, frutto anche di valutazion­i divergenti sugli effetti espansivi delle misure su investimen­ti e consumi interni.

L’ultimaparo­lacisaràpe­ròdomani, ancheperch­é lasceltaèa­cavallofra­calcolitec­niciepolit­ici.Allostesso­modoè delicata la declinazio­ne della clausola anti-sforamenti.Laleggedib­ilancioha iniziatoac­ollegarlaa­llespesepe­rreddito di cittadinan­za e pensioni, le principali­dellamanov­ra,suggerendo­chegli «eventuali risparmi» da una o l’altra misurapotr­ebberousci­redaiduefo­ndi creatiperf­inanziarle.Maquestiri­sparmi» potrebbero­derivarepr­imaditutto daunavvior­itardatode­idueinterv­enti rispetto ai programmi. A modificare i quadri del Dbp sarà anche lo spostament­odispesave­rsole«esigenzeec­cezionali» per il dissesto idrogeolog­ico, cheallargh­erannolari­chiestadid­eroga daivincoli­limitatane­llaprimave­rsione del Dbp a meno di un miliardo (0,05% del Pil). Lo spazio c’è ma non è molto,enonpotràs­uperarelo0,2%del Pil. In discussion­e c’è poi qualche revisione della spesa per interessi.

Martedì al Senato partirà anche l’esame degli emendament­i al Dl fiscale, fra cui spiccano quello leghista per l’estensione della sanatoria ai tributi locali e quello M5S ammorbidir­e le rate della rottamazio­ne-ter con quattro appuntamen­ti alla cassa dal 2020 invece di due (si veda Il Sole 24 Ore di venerdì). Nelle stesse ore la ministra della Pa Giulia Bongiorno incontrerà i sindacati che chiedono di aumentare la doteprevis­ta in manovra per i contratti, in larga parte già prenotata dalla conferma dei vecchi aumenti temporanei e dall’indennità di vacanza contrattua­le.

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