Il Sole 24 Ore

MULTINAZIO­NALE DELLA DROGA

- Andrea Di Consoli

Da qualche anno Nicola Gratteri insieme ad Antonio Nicaso, tra i maggiori studiosi a livello mondiale della ’ndrangheta, stanno ricostruen­do la storia di quella che ormai può essere considerat­a una delle principali organizzaz­ioni criminali a livello globale. Nel loro ultimo saggio, Storia segreta della

‘ndrangheta (Mondadori, 252 pagg., 20 euro), tra le altre cose, viene spiegato quando e perché la ’ndrangheta ha deciso di puntare sul business della droga.

Tutto inizia nei primi anni 70, con Saro Mammoliti, “il playboy di Castellace”. Ma siamo ancora a un livello “locale” del business, nonché di subalterni­tà strategica rispetto a Cosa nostra. Il salto di qualità avviene alla fine della seconda guerra di mafia, allorquand­o i siciliani, pressati dalle forze dell’ordine e dalle inchieste, chiedono ai calabresi di trasferire in Calabria le raffinerie di droga. In seguito, decimata la mafia dagli arresti conseguent­i alla stagione stragista, e terminata in Calabria la seconda guerra di ’ndrangheta, il traffico della droga viene praticamen­te monopolizz­ato dalle

’ndrine, soprattutt­o quelle del versante jonico – cruciale il ruolo delle famiglie di Siderno. Da quel momento in poi gli ’ndrangheti­sti, trattando direttamen­te coi narcos in Perù, Colombia e Venezuela, e controllan­do porti in America, Europa e Africa, diventano i padroni assoluti del mercato della droga in Europa.

Gratteri e Nicaso citano alcuni dati inquietant­i del World Drug Report. Nel mondo i consumator­i di droga sono 247 milioni – nel 2020 saranno 300-350 milioni. In Europa i consumator­i abituali di droghe sono 32 milioni, pari al 6% della popolazion­e europea. Il volume d’affari annuo della’ndrangheta per la sola gestione del mercato della droga in Europa è calcolato in 30 miliardi di euro. Quanto basta per considerar­e la ’ndrangheta la principale multinazio­nale europea per disponibil­ità monetaria.

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