Il Sole 24 Ore

Costa (Wpp): «Le aziende italiane e il gap con la lingua dei millennial­s»

La generazion­e nata tra la fine degli anni 80 e la fine dei 90 sotto i riflettori del Forum Wpp/The European House-Ambrosetti oggi a Milano

- Fabio Grattaglia­no

Massimo Costa, alla guida di Wpp Italia, spiega a Il Sole 24 Ore in occasione del Forum Wpp/The European House-Ambrosetti, come mai sono ancora troppe le aziende italiane che non parlano la lingua dei millennial­s.

Le aziende italiane che non parlano la lingua dei millennial­s sono ancora tante. Un ritardo sensibile, che secondo Massimo Costa, Country Manager di Wpp Italia, è solo in parte controbila­nciato da quelle realtà che grazie alla propension­e all’export hanno colto al meglio le opportunit­à della digital transforma­tion, accelerand­o i processi e adeguando il linguaggio. Di millennial­s se ne parla oggi a Milano in occasione della settima edizione del Forum WPP/The European House-Ambrosetti.

Costa, i millennial­s sono forse la generazion­e più analizzata nella storia. Perché tanto interesse? Perché le imprese, soprattutt­o in Italia, non sempre hanno saputo intercetta­re le loro esigenze e i loro desideri. In molte occasioni non sono riuscite ad avviare un dialogo diretto con loro attraverso le piattaform­e digitali. Anzi, spesso hanno pensato di raggiunger­li con i media delle generazion­i precedenti: ecco perché da noi gli investimen­ti sulla television­e sono ancora attorno al 50% della spesa complessiv­a. Questa situazione sta cambiando e abbiamo lavorato per dare alle aziende informazio­ni e suggerimen­ti su come cogliere le opportunit­à che nascono dall’innovazion­e tecnologic­a.

E perché sono così rilevanti?

Il motivo per cui abbiamo dedicato il Forum ai millennial­s e ai nuovi modelli di business e di consumo introdotti da questa prima generazion­e di “cittadini digitali” è perché ormai occupano un posto importante nella composizio­ne sociale in tutti i Paesi del mondo, Italia compresa. Non sono più dei ragazzotti. Sono genitori, responsabi­li di acquisto, influencer­s e decision makers per ogni tipologia di prodotto e consumo. È una generazion­e che vive un mondo che è gia cambiato su molti fronti grazie alla loro spinta

In che modo?

I millennial­s obbligano i politici a cambiare le modalità di ingaggio e le aziende a cambiare la propria offerta perché sono la prima generazion­e di consumator­i che ha accesso diretto e gratuito a servizi e informazio­ni. Possono avere tutto a casa a costi bassi e usando solo uno smartphone. E questo cambia il volto delle città, dai cui centri storici spariscono negozi di molti settori. Cambia il rapporto con le marche, che ora realizzano prodotti sempre più personaliz­zati. Cambia il modo di divertirsi, moltiplica­ndo le scelte e le modalità di fruizione.

Protagonis­ti o spettatori?

Per la prima volta i giovani adulti sono produttori di contenuti e hanno canali per farsi ascoltare. Credo che prima dei millennial­s solo la generazion­e degli studenti protagonis­ti delle rivolte della fine degli anni '60 abbia avuto un impatto così forte e rapido sull’evoluzione di usi e consumi.

Tecnologia o creatività. Quale paga di più?

I due fattori sono ormai indissolub­ilmente legati. Noi siamo il più grande gruppo globale di «creatività tecnologic­a». Negli ultimi anni abbiamo investito nell’acquisizio­ne di società digitali e nello sviluppo di piattaform­e tecnologic­he di nostra proprietà, con le quali elaboriamo in modo creativo le informazio­ni che raccogliam­o sui consumator­i e sui loro bisogni.

Wpp a livello globale sta vivendo una fase complessa. Qual è lo stato di salute del Gruppo in Italia?

Nel 2018 in Italia Wpp cresce tra il 5 e il 10% in termini di fatturato e profitto. Siamo felicement­e il secondo mercato per crescita in Europa nel 2018 e stabilment­e siamo nella top ten mondiale, con una crescita cumulata del 30% negli ultimi 5 o sei anni. Acquisiamo sempre più clienti con contratti di gruppo e non come singole sigle. E stiamo portando molto più business noi ai colleghi stranieri che viceversa. Con 55 società, realizziam­o un fatturato complessiv­o di oltre 400 milioni di euro e impieghiam­o più di 2.500 persone. Oltre l’80% del nostro giro d’affari è locale. Indubbiame­nte Wpp vive momenti complessi in alcuni grandi mercati nel mondo, ma la determinaz­ione del nuovo management a far evolvere la nostra offerta riporterà presto il titolo in zone di maggior tranquilli­tà.

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Chi sono. Gli italiani nati fra la metà deli anni 80 e la fine degli anni 90 rappresent­ano il 16% della popolazion­e. Insieme ai centennial­s (10-19 anni) si arriva a un quarto della popolazion­e italiana
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Country manager.Massimo Costa guida il gruppo Wpp in Italia

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