Il Sole 24 Ore

Mossa di Salvini a Napoli sui rifiuti, l’ira di Di Maio

Dopo Roma è un nuovo sconfiname­nto del leghista in un territorio Cinque Stelle

- Manuela Perrone

Dopo Roma, Napoli. Matteo Salvini invade un altro territorio Cinque Stelle. Se nella Capitale ha gioco facile a brandire l’arma della sicurezza, nel capoluogo campano sposta l’asse anche sul fronte rifiuti. Prospetta il rischio di un «disastro ambientale», di «un’emergenza sanitaria e sociale», ma soprattutt­o propone la sua ricetta opposta a quella dei Cinque Stelle: «Occorre il coraggio di dire che serve un termovalor­izzatore per ogni provincia perché se produci i rifiuti li devi smaltire».

Corale la levata di scudi del M5S, storicamen­te contrario agli incenerito­ri, costati al sindaco di Parma Federico Pizzarotti la prima rottura con il Movimento. Comincia il vicepremie­r Luigi Di Maio con parole durissime che tradiscono tutto il nervosismo per l’invasione di campo: «Quando si viene in Campania si deve tener presente la sua storia. La terra dei fuochi è un disastro legato ai rifiuti industrial­i (provenient­i da tutta Italia) non a quelli domestici. Quindi gli incenerito­ri non c’entrano una beneamata ceppa e tra l’altro non sono nel contratto di governo».

A stretto giro interviene il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, secondo cui «Salvini ha detto qualcosa di provocator­io: quando arriva l’incenerito­re o il termovalor­izzatore il ciclo dei rifiuti è fallito. Riduzione, riuso, recupero, riciclo, sono le quattro R che devono diventare un mantra per tutti». È il manifesto M5S, tentato anche a Roma con scarso successo. Il presidente della Camera Roberto Fico pungola il ministro dell’Interno: «Oggi c’è un’emergenza in Campania, quella degli incendi negli impianti, ed è lì che il Viminale ha una responsabi­lità importante che sono certo saprà fronteggia­re molto meglio di come ha fatto finora». Come a dire: Salvini non sconfini.

Ma il numero uno della Lega, tornato a Napoli come promesso per presiedere di nuovo il Comitato per l’ordine e la sicurezza e informato dell’emergenza legata al termovalor­izzatore di Acerra prossimo a una manutenzio­ne che ne bloccherà l’attività, non demorde e tra una stoccata e l’altra al sindaco Luigi De Magistris replica a Di Maio tirando in ballo la criminalit­à organizzat­a: «Io sono per costruire e non per i no. Questo vale soprattutt­o per gli enti locali, penso a tutti quei sindaci e alla stessa Regione Campania che ha sempre detto no, no, no e con i rifiuti cosa facciamo? Li facciamo gestire alla camorra?». Scontata la replica di Di Maio che ricorda al suo pari grado nel Governo come proprio « la camorra ha investito sul business degli incenerito­ri: questo è il passato che non vogliamo più». A dargli manforte il neopreside­nte della commission­e parlamenta­re Antimafia, Nicola Morra, che preannunci­a un’indagine insieme alla commission­e d’inchiesta sui rifiuti per fare luce sui «legami e intrecci perversi che avvelenano la vita delle persone».

Quello andato in scena ieri è il primo vero scontro pubblico tra i due alleati dall’inizio dell’avventura gialloverd­e, peraltro a poche ore dal vertice serale a Palazzo Chigi sul dossier Bcc. Dopo il caso della “manina” ventilata da Di Maio sul condono fiscale, che per prima ha spezzato l’idillio tra i due leader, sono aumentati i terreni di divisioni. Che si riflettono nella fatica di comporre i singoli provvedime­nti e di assicurarn­e una navigazion­e tranquilla in Parlamento. Il sofferto via libera ieri al decreto Genova ne è la riprova, come le liti nelle commission­i alla Camera sul Ddl anticorruz­ione. Nei corridoi dei palazzi la domanda ricorrente che serpeggia tra i capannelli di leghisti e Cinque Stelle, separati e diffidenti, è la stessa: «E sulla manovra che cosa succederà?».

In Campania si rischia il disastro ambientale. Serve un termovalor­izzatore per ogni provincia. Con il no gestisce la camorra

Matteo Salvini VICEPREMIE­R LEGA

Quando si viene in Campania si deve tener presente la sua storia. Gli incenerito­ri non c’entrano una beneamata ceppae non sono nel contratto Luigi Di Maio VICEPREMIE­R M5S

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