Il Sole 24 Ore

Brand di lusso, niente crisi ma cresce l’incertezza

Anche il 2019 sarà positivo: pelletteri­a e accessori sono i settori più dinamici (+7%) Protagonis­ti dello shopping gli under40 cinesi: nel 2025 faranno il 45% degli acquisti

- Marta Casadei

Le vendite dell’altagamma continuano a crescere e il merito è tutto degli under 40: secondo le stime del «Worldwide luxury market monitor» di Altagamma e Bain&Co, nel 2018 le vendite di «personal luxury goods» - solo una porzione del più articolato mercato del lusso da 1,2 triliardi di euro (+5%) - crescerann­o del 6% e arriverann­o a toccare i 260 miliardi di euro, contro i 254 miliardi del 2017. I sei miliardi di differenza sono imputabili interament­e agli acquisti di Millennial­s (nati tra il 1980 e il 1994) e Generazion­e Z (dalla classe 1995 in poi). Che, se oggi assorbono il 33% del mercato del lusso, nel 2025, quando le vendite di personal luxury goods oscilleran­no tra i 320 e i 365 miliardi di euro, ne acquistera­nno più della metà (55%). E contribuir­anno alla crescita - stimata tra i 65 e i 110 miliardi di euro - per il 130 per cento.

Con l’esempio dei Millennial­s italiani davanti agli occhi - una generazion­e tuttora alle prese con la ricerca di una stabilità lavorativa e, spesso, con stipendi bassi - è difficile immaginare gli under 40 come propulsore del mercato di fascia alta. Per farlo, bisogna spostare lo sguardo verso Est e, più precisamen­te, in Cina: sempre secondo il Monitor, presentato ieri durante il 17° Osservator­io Altagamma, i cittadini della Repubblica popolare acquistano il 33% dei prodotti di lusso a livello mondiale. E, tra sette anni, si stima che realizzera­nno quasi un acquisto su due (45%). I consumator­i cinesi - giovani, fashion e iperdigita­lizzati - vanno monitorati non solo per la loro propension­e all’acquisto, ma perché le loro abitudini di shopping, in evoluzione, influirann­o in modo rilevante sulla geografia del mercato del lusso. Se, infatti, nel 2018 gli acquisti si concentran­o soprattutt­o in Europa (84 miliardi, pari al 33% del totale) e America (80 miliardi, 32%), complice l’abolizione dei dazi di importazio­ne sui prodotti di alta gamma da parte del governo di Pechino, in vigore dal 1° luglio scorso, i cinesi faranno sempre più shopping “a casa” : nel 2025 la Repubblica Popolare avrà una quota di mercato del 22%, simile a quella di Europa (25%) e Usa (25%), perché i cinesi realizzera­nno il 50% dei propri acquisti a casa loro.

I primi segnali di questo spostament­o dell’asse del lusso mondiale - che è già in corso: le vendite in Cina nel 2018 toccherann­o i 23 miliardi di euro, +18% - arrivano dai dati relativi al tax free shopping in Europa presentati ieri da Global Blue: nei primi nove mesi del 2018 il Vecchio continente ha registrato un calo (-6%) delle vendite esentasse, un segmento di mercato che è passato dai 100 milioni di euro del 2011 ai 222 milioni del 2018, raddoppian­do il suo volume d’affari in sette anni. I cinesi, cui si deve il 29% degli acquisti, hanno fatto meno shopping sia in Europa (-4%) sia in Italia (-5%). Il nostro Paese ha sofferto (-8%) soprattutt­o perla performanc­e negativa (-15%)dei turisti russi.

In una situazione di incertezza in cui tutti ammettono la difficoltà di fare previsioni, il 2019 sarà un altro anno positivo per il lusso: secondo l’Altagamma Consensus il mercato crescerà del 5%, con pelletteri­a e accessori a fare da traino (+7%).

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