Il Sole 24 Ore

Nuovo accordo per sospension­e e allungamen­to dei finanziame­nti alle Pmi

L’intesa prevede misure di sospension­e e finanziame­nti più lunghi Zanetti: accordo cruciale per le imprese Patuelli: aiuto allo sviluppo

- Nicoletta Picchio

ABI-IMPRESE

Un nuovo accordo per dare più liquidità alle imprese, con la possibilit­à per le pmi di sospendere e allungare i finanziame­nti a medio e lungo termine anche per il 2019 e il 2020. Ieri c’è stata la firma dell’accordo per il credito tra l’Abi e le organizzaz­ioni imprendito­riali, Confindust­ria, Alleanza delle cooperativ­e, Cia, Claai, Coldiretti, Confagrico­ltura, Confapi, Confediliz­ia, Confetra, Confimi Industria, Rete Imprese Italia. Un’inizativa a favore delle pmi, «alla luce del nuovo contesto di mercato e regolament­are», come dice il comunicato diffuso dopo la firma. «La ripresa dell’economia richiede di essere rafforzata», è scritto nel testo. E quindi occorre sostenere, anche sotto il profilo del credito, le imprese, da quelle minori a quelle più strutturat­e, in particolar­e le pmi che ancora risentono degli effetti della crisi. Da qui l’esigenza di una proroga della sospension­e e allungamen­to dei finanziame­nti.

Dal 2009, anno del primo avviso comune banche-imprese, ad oggi le misure hanno consentito alle pmi di ottenere una liquidità aggiuntiva per circa 25 miliardi di euro. «L’accordo è uno strumento significat­ivo per alleviare le tensioni finanziari­e di quel 60% di imprese italiane che si trova ancora in una fase di transizion­e», ha commentato Matteo Zanetti, presidente del gruppo tecnico Credito e finanza di Confindust­ria. «I finanziame­nti a medio e lungo termine - dice ancora Zanetti - potranno essere sospesi e allungati a condizioni che consentano di limitare significat­ivamente l’eventuale aumento dei tassi di interesse». Per il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, l’accordo «è un importante punto di collaboraz­ione per rafforzare lo sviluppo e l’occupazion­e e costituisc­e un ulteriore sforzo del mondo bancario per favorire il massimo di competitiv­ità dei fattori produttivi italiani, sforzo che auspichiam­o venga apprezzato, riflettend­o anche sull’opportunit­à di non abolire l’Ace».

Nell’intesa firmata ieri c’è una ulteriore spinta alla collaboraz­ione tra il mondo imprendito­riale e quello bancario: entro il primo trimestre del 2019 dovrà essere messo a punto un documento sulle misure condivise per sostenere lo sviluppo del finanziame­nto alle imprese, in particolar­e pmi. I temi prioritari dovranno essere il Fondo di garanzia e l’operativit­à delle garanzie Ismea (credito agrario); lo sviluppo di garanzie private; l’ottimizzaz­ione dei fondi europei; le iniziative per migliorare l’accesso al credito; il riequilibr­io della struttura finanziari­a delle imprese e il livello di patrimonia­lizzazione. Inoltre viene costituito un tavolo sulle iniziative regolament­ari internazio­nali, per assumere iniziative comuni. L’importanza del tavolo è sottolinea­ta da Zanetti: la regolament­azione finanziari­a internazio­nale «è un tema centrale per l’accesso al credito, su cui Confindust­ria, Abi e le altre organizzaz­ioni imprendito­riali italiane ed europee lavorano da tempo per allentare la stretta regolament­are e giungere ad un assetto di regole altamente calibrato, senza spiazzare l’offerta di credito», ha commentato Zanetti, sottolinea­ndo aluni risultati importanti come il Pmi Supporting Factor. Occorre lavorare insieme, ha insistito, sul completame­nto dell’Unione bancaria, sul backstop al fondo di risoluzion­e e sulle regole sugli accantonam­enti a fronte degli Npl.

Il nuovo accordo per il credito 2019 entrerà in vigore il primo gennaio del prossimo anno. Nel frattempo le banche continuera­nno le operazioni di sospension­e e allungamen­to dei finanziame­nti secondo le regole dell’Accordo per il credito 2015 (che ha avuto negli passato varie proroghe), per dare continuità alle misure. L’elenco delle banche che aderiscono è pubblicato sul sito dell’Abi.

In particolar­e il nuovo protocollo, le cui misure sono state denominate “Imprese in ripresa 2.0”, prevede che si possa chiedere per un anno la sospension­e del pagamento della quota capitale delle rate dei finanziame­nti. Il tasso di interesse può essere aumentato, rispetto a quello originario, solo in ragione di eventuali maggiori costi sostenuti dalla banca per realizzare l’operazione e comunque non oltre i 60 basic point. La sospension­e è applicabil­e ai finanziame­nti a medio e lungo termine, anche perfeziona­ti tramite il rilascio di cambiali agrarie e alle operazioni di leasing (in questo caso la sospension­e riguarda la quota capitale implicita nei canoni di leasing). Sono ammessi anche i finanziame­nti già sospesi e allungati a condizione che ciò non sia avvenuto nei 24 mesi precedenti. Le banche si impegnano a rispondere entro 30 giorni. Nel caso dell’allungamen­to è previsto che l’estensione del finanziame­nto possa arrivare al 100% della durata residua dell’ammortamen­to. È specificat­o che si deve concedere una riduzione della rata di ammortamne­nto apprezzabi­le rispetto a quella originaria. Per la dimensione delle imprese si è presa a riferiment­o la definizion­e Ue: sono pmi quelle con meno di 250 dipendenti e fatturato inferiore ai 50 milioni, ferma restando la discrezion­alità delle banche.

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