Chiarimenti sulle tasse? Ora li dà chi fa l’accertamento
L’assetto centrale delle Entrate è destinato a cambiare ancora. Con un potenziale impatto, però, su tutti i contribuenti che presenteranno un interpello, ossia una richiesta di chiarimenti all’Agenzia sull’applicazione di una norma. Il comitato di gestione ha dato il via libera alla soppressione della direzione centrale Coordinamento normativo, preposta proprio a fornire chiarimenti.
In realtà, un cambiamento era già avvenuto con la riforma Ruffini, con cui molte delle funzioni “interpretative” sono state affidate alla Divisione contribuenti, articolata in tre direzioni centrali, competenti rispettivamente per persone fisiche, piccole e medie imprese e grandi contribuenti. Un riassetto che, però, qualche rischio poteva porlo: avere uffici che si occupano della stessa materia (ad esempio l'Iva per l’interpretazione delle norme sulla detrazione) affidando la scelta interpretativa a centri decisionali diversi (direttori centrali delle singole direzioni centrali) poteva aumentare le possibilità di interpretazioni non sempre coincidenti. Anche per evitarlo, era rimasta una direzione centrale di Coordinamento normativo che si era vista ridurre le competenze.
L’interpretazione «residua»
E ora? Con la soppressione della direzione centrale coordinamento normativo anche le residue attività di interpretazione normativa passano alla Divisione contribuenti. Insomma, c’è il concreto rischio che tutta l’interpretazione (comprese circolari e risposte ad interpelli) verrà affidata direttamente agli stessi soggetti che formalmente gestiscono e coordinano le successive fasi del controllo e del contenzioso. Uno snodo importante perché è in gioco anche la terzietà che l’amministrazione finanziaria aveva nella funzione interpretativa. Tradotto in altri termini, la richiesta di conferme sulla correttezza o meno di un determinato comportamento fiscale potrebbe trasformarsi in una sorta di “accertamento preventivo”, piuttosto che in un vero chiarimento.
La certezza del diritto
Ci sarà un argine anche alla segmentazione interpretativa? Questione non da poco. Basta fare l’esempio dell’abuso del diritto: tema sempre più al centro di interpelli (è di ieri una nuova risposta pubblicata sulle scissioni societarie). Questa attesa di risposte aumenta i costi delle imprese e rallenta i processi decisionali. Ecco spiegato perché le modifiche organizzative dell’ Agenzia non sono un fatto che riguarda solo la macchina. Il tipo di organizzazione scelto può assicurare maggiore o minore terzietà, maggiore o minore prevedibilità dell’attività interpretativa, maggiore o minore incidenza sulla certezza del diritto.
La nuova direzione centrale
L’esigenza di coordinamento è avvertita dagli stessi vertici dell’Agenzia. Con la modifica del regolamento che ha soppresso la direzione centrale Normativa viene cancellata anche la direzione centrale Affari generali, ma nasce la direzione centrale Coordinamento generale che agirà a diretto “contatto” con il direttore Antonino Maggiore e offrirà supporto anche nella messa a punto delle norme tributarie. Funzione precedentemente svolta proprio dalla soppressa direzione Normativa.