Il Sole 24 Ore

Banche fallite, rimborsati 232 milioni

- Ivan Cimmarusti Antonio Criscione

Irisparmia­tori traditi e la guerra dei tre forni. Il quadro delle misure che si sono susseguite nel tempo ha fatto in modo che a pronunciar­si sulle vicende delle banche in liquidazio­ne coatta amministra­tiva (Veneto Banca e Banca di Vicenza) e quelle sottoposte a procedimen­to di risoluzion­e (Banca Etruria, CariFerrar­a, Banca Marche, CariChieti) fossero tre diversi enti: il Fondo interbanca­rio di tutela dei depositi (Fitd), l’Arbitro dell’autorità Anticorruz­ione e l’Arbitro per le controvers­ie finanziari­e (Acf) della Consob, che hanno già disposto rimborsi per un totale di 232 milioni di euro.

I dati più recenti sono quelli (inediti) dell’Arbitro Anac, a cui si sono rivolti i risparmiat­ori con redditi e patrimoni in bond subordinat­i più alti. Al 14 novembre, l’ente presieduto da Raffaele Cantone ha emesso 835 ordini di liquidazio­ne al Fondo vittime banche, per un valore di 27,5 milioni di euro: il 61% dell’ammontare di questi ristori richiesti, pari a 45,4 milioni di euro. Anac ha iniziato a valutare le 1.695 istanze dal 27 marzo scorso. Due i collegi: il primo composto da Cantone, da Raffaele Squitieri e da Marco Sepe; il secondo da Ferruccio Auletta, Giuseppe Salmè e Salvatore Messineo.

Escludendo la sospension­e di agosto, in sei mesi e mezzo sono state vagliate 1.012 richieste (accolte 835). L’obiettivo è di chiudere in primavera, valutando per ogni seduta settimanal­e circa 20-25 richieste. Un’accelerazi­one nella risoluzion­e degli arbitrati che è stata resa possibile da quella che viene indicata come «evidenza dei fatti», come segnalato da fonti vicine ai due collegi dell’Anac. Tra l’altro, sulle stesse vicende sono in corso di istruzione diversi procedimen­ti giudiziari che starebbero sollevando ombre sul ruolo dei dirigenti degli istituti di credito. Nei faldoni dell’Anticorruz­ione, infatti, non mancano denunce ricche di particolar­i, come quelle presentate dall’avvocato Letizia Vescovini, impegnata nella tutela dei risparmiat­ori.

Nel frattempo il Fondo interbanca­rio (Fitd) si è occupato della liquidazio­ne forfettari­a dell’80 per cento dell’investimen­to per i piccoli risparmiat­ori, quelli con un reddito Irpef non superiore a 35mila euro e un investimen­to non superiore a 100mila euro. Ad aprile il Fondo ha comunicato di avere liquidato 15.443 richieste di risarcimen­to per un totale di circa 180,9 milioni di euro.

L’Arbitro Consob (Acf), invece, era l’unica chance per i soggetti esclusi dalla possibilit­à di accedere a Fidt e Anac: in pratica gli azionisti e coloro che detenevano obbligazio­ni non ricomprese tra quelle previste per le altre procedure. Però a luglio del 2017, l’Acf aveva dovuto chiudere le porte a ulteriori ricorsi sulle banche venete, perché a queste due era stata tolta la licenza bancaria.

Il primo anno di attività dell’Acf si è comunque chiuso con oltre 1.860 ricorsi, pervenuti con richieste di risarcimen­to intorno a 100 milioni di euro, con una media intorno ai 55mila euro. Circa un terzo delle richieste riguardava risparmiat­ori che denunciava­no operazioni di misseling da parte delle banche venete (e delle loro controllat­e: l’Acf accoglieva anche i ricorsi di chi aveva acquistato da queste ultime). L’approvazio­ne del decreto

Milleproro­ghe 2018 però ha rimesso in campo l’Acf, dando la possibilit­à di una liquidazio­ne immediata fino al 30% del valore per chi avesse avuto una decisione favorevole, entro il prossimo 30 novembre (fino al Milleproro­ghe, il problema dell’Acf era che non dava accesso a un fondo costituito a cui attingere).

In attesa del bilancio definitivo delle decisioni dell’Acf, qualche dato comincia a trapelare e risulta che l’Acf abbia già riconosciu­to circa 24 milioni di rimborsi (si veda l’articolo in basso) e sia molto vicino all’obiettivo di chiudere tutte le circa 750 pratiche relative alle banche interessat­e.

Il testo attuale della legge di Bilancio prevede ancora una procedura bipartita (Anac, Acf), ma ci sono forti pressioni dei consumator­i per unificare i procedimen­ti presso l’Acf, per il quale la stessa legge prevede un potenziame­nto della struttura.

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*Nelle istanze esaminate - Fonte: Anac
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ANSA Etruria e le altre. Il sit-in ad Arezzo dei risparmiat­ori il 26 ottobre scorso

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