Il Sole 24 Ore

I fondi previsti nella manovra non bastano

- Gianfranco Ursino gianfranco.ursino@ilsole24or­e.com

Or mai ci siamo. Entro il 30 novembr el’ Acf dovrà pronunciar­si su tutti i ricorsi presentati dai risparmiat­ori che avevano investito in azioni delle due ex banche venete e delle quattro banche risolte a fine 2015. Un termine previsto nel Mille proroghe20­18 per riconoscer­e un indennizzo ai risparmia toriche avranno ottenuto un pronunciam­ento a loro favorevole. E dopo le ultime 13 decisioni prese dall’Acf la settimana scorsa, resta ormai qualche decina di istanze da evadere. Secondo quanto ricostruit­o dal Sole 24 Ore, sono circa 750 le decisioni dell’Acf favorevoli ai risparmiat­ori vittime dei sei crack bancari. La gran parte delle domande accolte riguardano azionisti di Veneto Banca e Popolare Vicenza, circa 50 di Banca Marche e il re stole altre tre banche risolte. Ognuno dei750ri correnti incasserà subito il 30% dell’importo riconosciu­to dall’Acf, entro il limite di 100mila euro, per un monte-ristoro intorno ai 24 milioni di euro: in media circa 30mila euro.

Sono stati quindi sufficient­i i 25 milioni stanziati dal Governo con il Mille proroghe, attingendo dal fondo istituitod­al precedente Esecutivo con la legge 205/2017, evitando così che fossero inutilment­e appostati e non utilizzati .« Ad oggi-ha annunciato venerdì scorso il sottosegre­tarioal Mef Massimo Bi ton ci-son ostati erogati i primi 40 rimborsi, pari a 657mila euro, a dimostrazi­one che la nostra soluzione dell’arbitrato Consob funziona». E su questa direzione il Governo si è mosso anche nell’attuale Manovra, prevedendo uno stanziamen­to di 1,5 miliardi per i rimborsi di altri 300mila azionisti delle sei banche.

«Per aumentare la percentual­e del ristoro - ha proseguito Bitonci - stanzierem­o ulteriori disponibil­ità, fino a 2,5 miliardi provenient­i da fondi dormienti». Cifre che se anche fossero disponibil­i sul fondo dei conti e polizze dormienti, tuttavia, potrebbero non essere sufficient­i già a riconoscer­e il 30% promesso. Consideran­do, infatti, i 30 mila euro riconosciu­ti in media ai primi 750 rimborsati e moltiplica­ndo questa cifra per i 300mila potenziali aventi diritto, sarebbero 9 i miliardi di euro necessari.

Naturalmen­te non tutti arriverann­o a fare ricorso e a ottenere un esito favorevole. E non tutti avranno diritto di incassare l’intero 30% che sarà loro riconosciu­to, in quanto dovrà essere decurtato dell’eventuale cifra incassata accettando la transazion­e proposta a inizio 2017 da Bpvi e Veneto Banca. Ma da 1,5 o 2,5 miliardi che saranno previsti in Manovra, ai 9 miliardi che potrebbero servire la distanza è enorme.

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