Il Sole 24 Ore

Nel piano strategico le nuove mosse 2019

Il documento va elaborato entro la fine dell’anno. Questa volta oltre a obiettivi, risorse e risultati attesi un focus particolar­e deve essere riservato agli adempiment­i legati alla fattura elettronic­a, alla privacy e alla cybersicur­ezza

- Paola Parigi

Non un semplice business plan, ma una mappa dettagliat­a con la rotta da seguire. Si presenta così il piano strategico che ogni studio legale dovrebbe redigere per indirizzar­e l’ attività in modo da raggiunger­e i propri obiettivi. Si tratta di un documento complesso composto da una premessa analitica e corredato dell’indicazion­e sintetica degli obiettivi, delle risorse impiegate, dei risultati attesi e degli strumenti o delle persone coinvolte nel suo svolgiment­o.

Di solito lo studio profession­ale affronta la redazione del piano strategico dopo la pausa estiva, appena chiusi i conti del secondo quarto dell’anno. Alcuni tuttavia preferisco­no redigerlo prima della fine dell’anno solare. Quel che conta è avere un quadro verosimile della reputazion­e dello studio e della sua redditivit­à, nonché dell’andamento finanziari­o in termini di fatturato, declinato per singolo profession­ista o squadra di profession­isti, per cliente o gruppo di clienti e per tipologia di lavoro o, come si usa dire nei grandi studi, per practice area. Anche il profession­ista che lavora da solo, o con pochi collaborat­ori, dovrebbe fermarsi a riflettere e organizzar­e le proprie idee sul futuro trasforman­dole in strategia.

Nel piano per il 2019 non potranno mancare i passi per adeguarsi alle novità normative, come la fattura elettronic­a (obbligator­ia per i profession­isti verso le imprese) e il Gdpr (Regolament­o europeo Privacy). Ma anche l’aggiorname­nto degli strumenti comunicati­vi online (sito e newsletter) e, forse prima ancora di tutto questo, la sicurezza dei dati informatic­i.

I contenuti

Il piano potrà essere redatto in modo più o meno formale. La formalizza­zione delle ragioni che lo sorreggono e delle intenzioni che lo compongono è decisiva perché il profession­ista o il gruppo di profession­isti si faccia carico della volontà di agire nella direzione indicata.

La sua stesura (e la sua discussion­e, in caso di organizzaz­ioni plurali), è quindi parte integrante e imprescind­ibile ed è capace di garantirne il successo o determinar­ne l’insuccesso. Il documento potrà essere articolato in una presentazi­one schematica, illustrati­va degli obiettivi e degli strumenti individuat­i per raggiunger­li per poi essere perfeziona­to, una volta discusso o meditato, con il corredo di un budget preventivo e, successiva­mente, tradursi in un masterplan. Quest’ultimo è una lista di azioni impostata secondo una scala di priorità logica e cronologic­a: pone in relazione il «cosa fare», con il «quando fare» con il «chi deve farlo», con il «quanto può spendere» e infine con le aspettativ­e di risultato (Roi o return on investment).

Le matrici

Nell’elaborazio­ne delle diverse teorie di management sono state formulate numerose matrici che possono soccorrere nella stesura della pianificaz­ione e anche nelle fasi successive di realizzazi­one e controllo del piano. Le più note sono quelle che consentono di identifica­re graficamen­te le aree di mercato da sviluppare o quelle già note da incrementa­re con servizi nuovi (matrice di Ansoff), o quelle che analizzano le quote di mercato presidiate dall’attività dall’organizzaz­ione (matrice di Boston) o ancora i diagrammi che consentono di monitorare costanteme­nte le attività di ciascuno degli attori coinvolti nella strategia (diagramma di Gannt).

Per poter affrontare un’azione strategica uno studio legale, piccolo o grande che sia, deve conoscere i dati relativi alla propria attività . Quelli necessari riguardano, ad esempio, il fatturato prodotto nell’anno o porzione di anno, le caratteris­tiche e la fedeltà della clientela che lo ha generato, la mole di lavoro necessaria a produrlo, il numero e il costo degli addetti impiegati nella produzione o le spese vive per la gestione della struttura. Senza una precisa fotografia dell’esistente sarà difficile impostare una corretta strategia per il futuro.

L’utilizzo di software gestionali in grado di fornire una reportisti­ca utile è ancora piuttosto marginale tra gli studi italiani. Si stima che meno di uno studio legale su tre utilizzi un programma in grado di memorizzar­e e stoccare i dati utili alle analisi utili per la gestione strategica.

La maggioranz­a dei profession­isti si accontenta di chiedere al proprio gestionale di organizzar­e l’agenda e di emettere le parcelle. Gli studi che invece si affidano ad una raccolta analitica dei dati e leggono la reportisti­ca, normalment­e sono premiati dal successo in termini di risultati, ma anche di efficienza e risparmio di risorse.

Essenziale è il masterplan: una lista di azioni impostata secondo una scala di priorità logica e cronologic­a

I software gestionali per la raccolta analitica dei dati consentono maggiore efficienza e risparmio di risorse

Lidia Scantambur­lo entra in Dwf e permette l’avvio del dipartimen­to di diritto amministra­tivo di cui sarà partner responsabi­le. Il suo ingresso rafforza anche il dipartimen­to real estate e i team specializz­ati in energia, servizi pubblici e trasporti. L’avvocatess­a, specializz­ata in particolar­e nei rapporti di partenaria­to pubblico e privato, ha fondato lo studio Biagetti & Partners. La practice di diritto amministra­tivo cresce anche in Macchi di Cellere Gangemi con l’ingresso del senior associate Luca Torlaschi.

CHI CRESCE

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy