Il Sole 24 Ore

La teoria dello «Smart»

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Senza obiettivi nessuna pianificaz­ione ha senso. L’aumento dell’utile, scopo ultimo di ogni piano strategico, si può raggiunger­e attraverso l’incremento del fatturato, ma anche la razionaliz­zazione dei costi, una migliore gestione del tempo o una scelta più accurata delle pratiche e della clientela, grazie a un lavoro strategico sulla qualità del lavoro e non sulla quantità.

Ogni obiettivo però, per essere raggiungib­ile va indicato in maniera chiara e determinat­a . Più un obiettivo è chiaro, definito, misurabile, condiviso e anche complesso, cioè ambizioso, più sarà coinvolgen­te e verrà preso seriamente da chi è deputato a lavorare per compierlo.

Per ricordare le caratteris­tiche degli obiettivi correttame­nte programmat­i gli studiosi hanno coniato l’acronimo inglese «Smart», ovvero specifico, misurabile, raggiungib­ile, realistico e determinat­o nel tempo. Scrivere nel piano strategico, ad esempio, che si intende “aumentare l’utile” è un errore. Bisogna indicare che si intende incrementa­re la redditivit­à di un certa percentual­e, motivare la quantità e ambientare questa quantità nel tempo e nel proprio contesto per consentire a tutti gli attori di sapere sempre se si stanno muovendo nella giusta direzione.

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