Incentivi molto più efficaci sulle case
Insufficienti i premi volumetrici del 15-35% agli edifici non abitativi
Secondo i dati appena pubblicati dall’Istat, nel primo trimestre di quest’anno i Comuni hanno rilasciato permessi di costruire o ricevuto gli altri titoli abilitativi per realizzare 4 milioni di metri quadrati di capannoni e di altri immobili non destinati alla residenza. Per trovare un numero di questo stesso ordine di grandezza bisogna andare indietro fino al quarto trimestre del 2010.
Il dettaglio sui «premi»
Oltre a questa informazione aggregata l’Istat ha pubblicato anche le informazioni dettagliate sui permessi di costruire relative al 2016. Dal 2010 vengono rilevate distintamente le pratiche relative ai piani casa, con i quali le regioni hanno stimolato, con premi di superfici e di volumi, la demolizione-ricostruzione o l’ampliamento degli immobili destinati all’industria, artigianato e altre attività economiche.
Nei sette anni dal 2010 al 2016 lo spazio coperto dalle superfici non residenziali realizzate con un titolo abilitativo che incorporava un premio è stato di 2,2 milioni di metri quadrati, cioè circa il 3% del totale; nel segmento dell’edilizia residenziale questa percentuale è tre volte superiore.
In particolare, la possibilità di beneficiare degli incrementi di diritti edificatori extra Prg ha svolto un ruolo trascurabile nell’incentivare la realizzazione di interventi di demolizione e ricostruzione dei capannoni: sugli oltre 55 milioni di metri quadrati di nuovi immobili solo l’1,2% è attribuibile agli effetti ai piani casa; questa percentuale sale all’8,6% del totale nel caso degli ampliamenti, toccando 1,5 milioni di metri quadrati.
Al contrario, l’apporto dei piani casa all’edilizia residenziale è stato notevolmente superiore: le superfici spinte dai premi da essi previsti è stata del 6,3% e del 27% del totale rispettivamente per gli interventi di rigenerazione edilizia e di ampliamento.
Bilancio in rosso
Si tratta di risultati non soddisfacenti per chi sperava nei piani casa delle regioni per arginare il crollo del mercato dell’edilizia immobiliare.
Puntare sul valore dei metri quadrati extra rispetto a quelli concessi dal piano regolatore per spingere gli investimenti privati probabilmente avrebbe potuto dare risultati migliori in una fase di crescita dell’economia. Salvo qualche eccezione, il premio previsto dalle normative regionali è nell’ordine di un 15-25 e 30-35% rispettivamente per gli ampliamenti e le demolizioni e ricostruzioni. Ma è chiaro che in anni in cui il Pil è diminuito o si è mosso poco sopra lo zero, anche se i premi di superficie fossero stati molto più consistenti di quelli ora previsti dalle leggi regionali sarebbero stati pochi, probabilmente, gli industriali e gli artigiani disposti a fare un mutuo o a mettere mano ai loro portafogli per abbattere i capannoni e farli un po’ più grandi o anche solo per espandere la superficie disponibile.
Più interventi nel Nordest
A livello territoriale, i piani hanno sviluppato la loro massima efficacia nelle regioni del Nordest. Nonostante la mancata proroga del piano in Emilia Romagna, nel Nordest con i permessi di costruire e le Scia riconducibili ai piani è stata realizzata poco più del 5% della superficie non residenziale totale costruita nella macro area nel periodo 2010-16.