Il Sole 24 Ore

Sul «payback» farmaceuti­co imprese pronte al dialogo

Scaccabaro­zzi: «Siamo disponibil­i a discutere e pagare ciò che è giusto»

- Rosanna Magnano

«Il miglior modo per risolvere un problema è la volontà di risolverlo e io garantisco che da parte delle imprese la volontà c'è tutta. Siamo disponibil­i al dialogo e a pagare ciò che è giusto». È questa la prima risposta del presidente di Farmindust­ria, Massimo Scaccabaro­zzi, alla proposta del ministero della Salute, illustrata ieri da Il Sole 24 Ore, che prevede di introdurre – probabilme­nte in un emendament­o alla legge di Bilancio - un nuovo metodo di calcolo del payback, più semplice e legato alle fatturazio­ni elettronic­he, basato sulle quote di mercato e non più sul budget company, che ha generato negli anni una mole di contenzios­i.

«Abbiamo sempre chiesto una semplifica­zione del sistema – ribadisce Scaccabaro­zzi – quindi direi che ci siamo. Avremmo gradito che i fondi destinati alla farmaceuti­ca rimanesser­o nel settore. Sappiamo infatti bene che nella convenzion­ata (spesa in farmacia ndr) ormai sono un paio d'anni che non si usano tutte le risorse. Quindi se non sono impiegate per rimodulare il tetto per la spesa ospedalier­a, che invece è costanteme­nte sforato perché sottodimen­sionato, di fatto c'è una sottrazion­e di finanziame­nti. Ci auguriamo che nel percorso verso una soluzione ci sia questo». Sul pregresso, la proposta del ministero si limita a ribadire che va pagato il dovuto, con la clausola di salvaguard­ia che blocca il tetto della spesa ospedalier­a al livello del 2018 – slegandolo dal rifinanzia­mento del Fsn - se i vecchi debiti non saranno saldati e con la possibilit­à per le regioni di stornare il dovuto dai pagamenti delle forniture di farmaci. «È giusto se viene provato che l'azienda non paga perché non vuole pagare, ma se il tribunale le ha detto che non deve, non possono stornare una cifra che non è dovuta». E l'incentivo del rifinanzia­mento del Fsn, potrebbe non bastare. «Bisogna vedere come viene distribuit­o. Se va ancora sulla convenzion­ata, resta inutilizza­to. Se va tutto sulla diretta ospedalier­a, il comparto resta comunque sottofinan­ziato a fronte di un ripiano che supera il miliardo», spiega il presidente di Farmindust­ria. Sul payback pregresso il problema è veramente complesso e l'unica soluzione, secondo Farmindust­ria, è quella di sedersi e confrontar­si, con il Governo e le Regioni, per trovare una soluzione positiva. Anche se sul 2013-15 un emendament­o al dl fisco potrebbe risolvere il problema rendendo efficaci le transazion­i già siglate con la sola sottoscriz­ione dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa).

«Il 2013-15 è di fatto chiuso – sottolinea Scaccabaro­zzi - e lo abbiamo pagato seguendo le direttive di legge. Sul 2016 c'è invece un divario tra quanto richiesto e quanto abbiamo dato. Ma il problema è che l'ultima legge di bilancio del 2018 ha legato il riscatto del 2013-15 alla chiusura del 2016. Il risultato è che al Mef sono bloccati 900 milioni del 2013-15 che abbiamo già versato ma che non possono essere distribuit­i nei bilanci delle regioni. Sul 16 e 2017, l'industria vuole pagare il giusto, sugli sforamenti corretti e con una metodologi­a corretta. Abbiamo entrambi la volontà di andare nella stessa direzione. L'unica soluzione è nel confronto. Per aprire un futuro nuovo fatto di buona governance», conclude il presidente di Farmindust­ria.

Giudizio positivo anche da Assogeneri­ci, l'associazio­ne delle industrie produttric­i di farmaci equivalent­i e biosimilar­i, sul nuovo metodo per quote di mercato. «Ma la riforma tratteggia­ta dal ministero - sottolinea il presidente Enrique Häusermann - sembra però celare possibili rischi a carico del comparto dei farmaci off patent, in particolar­e generici e biosimilar­i. Questo è un elemento di gravissima preoccupaz­ione. L'argomento meriterebb­e un confronto più approfondi­to in cerca di soluzioni adeguate».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy