L’Agricole scopre i piani: in Creval fino al 10%, su Agos trattative finali
Una «progressione prudente» alimentata come sempre dalla crescita organica, senza escludere tuttavia la possibilità di fare ulteriori «piccole acquisizioni, incrementali e non trasformanti». La strategia del Crédit Agricole in Italia mantiene i punti fermi che hanno segnato gli oltre 40 anni di presenza dell’istituto nel nostro Paese, sulla scorta di una «fiducia» nei fondamentali della nostra economia che non è intaccata dalle tensioni tra Roma e Bruxelles sulla manovra economica, che «possono creare preoccupazioni a breve termine, ma non oltre». Una «posizione lunga» che il ceo dell’Agricole, Philippe Brassac, ha delineato ieri alla stampa italiana nel corso di un incontro tenuto nella cornice di Campus Evergreen, la cittadella alle porte di Parigi che ospita il quartier generale del gruppo. E che sarà dettagliata nel nuovo piano industriale in arrivo tra febbraio e marzo del prossimo anno. Affiancato dal responsabile della Banque verte in Italia, Giampiero Maioli, Brassac ha illustrato il percorso verso la piena attuazione del modello di «banca universale di prossimità» anche nel nostro Paese, ricordando in particolare le recenti acquisizioni di Pioneer (da parte di Amundi), Banca Leonardo e delle tre Casse di risparmio di Rimini, Cesena e San Miniato. Sullo sfondo, ha ammesso il banchiere, ci sono elementi di «preoccupazione perché tensioni tra Italia e Commissione europea possono portare effetti negativi sui costi di finanziamento con possibili impatti sulla crescita», ma si tratta di nubi congiunturali, perché la cosa importante «è che l’Italia dichiari di essere nella zona euro e nella Ue». Quanto ai dossier dell’attualità finanziaria italiana che vedono il diretto coinvolgimento dell’Agricole, Brassac ha chiarito che la partecipazione in CreVal è esclusivamente legata alla partnership bancassicurativa e che potrà salire dal 5% a «poco meno del 10%» solo in caso di estensione dell’alleanza. In merito al dossier Carige, d’altra parte, Maioli ha annunciato che l’Agricole ha «intenzione di aderire» all’intervento dello Schema volontario del Fondo interbancario sul bond subordinato che sarà emesso dall’istituto ligure, una volta ottenute le rassicurazioni richieste, in particolare sulla governance e sugli scenari in caso di mancata sottoscrizione del successivo aumento di capitale (e quindi di conversione del bond). Bocche cucite, infine, sulla partita Agos Ducato, perno del riassetto del credito al consumo di Banco Bpm: Brassac si è limitato a dire che «discussioni molto attive» sono in corso e che un annuncio potrebbe arrivare «nei prossimi giorni o settimane». La centralità dell’Italia nei progetti dell’Agricole, in ogni caso, è confermata anche dall’annuncio che il prossimo 5 dicembre sbarcherà nel nostro Paese l’iniziativa “Le Village by Credit Agricole”: aprirà infatti i battenti a Milano il primo “Village” al di fuori del territorio francese, parte del network di 28 hub dell’innovazione nati per sostenere e affiancare il percorso di crescita delle startup.