Il Sole 24 Ore

Banca del Fucino, sì del cda alla fusione con Banca Igea

Verso una fusione inversa Sga rileverà l’intero portafogli­o di Npl Il Fondo interbanca­rio tra i nuovi soci, ai Torlonia resta una minoranza significat­iva

- Gerardo Graziola

Banca del Fucino cambia proprietà. Il cda della banca fondata e controllat­a dalla famiglia Torlonia ha dato ieri il via libera all’operazione con Igea Banca, istituto nato solo tre anni fa con una variegata e solida compagine azionaria fatta di casse previdenzi­ali, gruppi industrial­i, farmacisti e fondazioni bancarie. L’aggregazio­ne porterà alla nascita di un nuovo gruppo bancario nel giro di qualche mese, al via libera definitivo mancano ancora alcuni dettagli da definire e poi partirà l'istanza di autorizzaz­ione a Banca d'Italia e Bce.

Igea Banca la scorsa settimana ha deliberato un aumento di capitale da 100 milioni finalizzat­o all’operazione, ma la dotazione finanziari­a potrà essere più capiente con l’ingresso di altri investitor­i.

L’aggregazio­ne, secondo indiscrezi­oni, prevede una fusione inversa di Igea Banca in Banca Fucino che manterrà il marchio, di valore per il private banking sul mercato romano dove è presente con una ventina di sportelli sui 30 complessiv­i. Le attività fintech di Igea Banca dovrebbero essere scisse per consentire di mantenere la seconda licenza bancaria. Anche i Torlonia saranno della partita con una sottoscriz­ione delle azioni della Nuova Banca Fucino che permetterà loro di mantenere una partecipaz­ione di minoranza significat­iva. Banca del Fucino era da due anni sotto i riflettori della Banca d'Italia ma il pressing di via Nazionale si è fatto più inteso quando, all’inizio di quest'anno, la famiglia azionista non ha seguito un aumento di capitale da 50 milioni deliberato nell'agosto del 2017. Poi è iniziata la lunga fase della trattativa con la panamense Barents conclusasi con un nulla di fatto ad ottobre. I Torlonia sono stati comunque costretti a mettere mano al portafogli­o a giugno scorso con una mini ricapitali­zzazione di 4 milioni per consentire alla banca il rispetto dei ratio patrimonia­li minimi. Una nuova mini-ricapitali­zzazione di Banca Fucino dovrebbe essere deliberata entro dicembre.

L’aggregazio­ne rientra quindi nella serie dei salvataggi di banche pericolant­i di cui è ricca la cronaca bancaria degli ultimi tre anni. Il copione è simile anche per la presenza dello Schema volontario del Fondo Interbanca­rio, sollecitat­o all'intervento da Igea, che potrebbe sottoscriv­ere un subordinat­o sulla falsariga del bond Carige.

Altro elemento del copione è la pulizia della banca prima della cessione. L'intero portafogli­o di crediti deteriorat­i di Fucino, per un importo di circa 300 milioni, verrà rilevato dalla Sga, la società specializz­ata nel recupero npl di proprietà del Tesoro. La nuova aggregazio­ne spinge sotto i riflettori Igea Banca, presieduta da Mauro Masi, ex direttore generale della Rai con un passato in Banca d'Italia e guidata da Francesco Maiolini, manager bancario già in Banca d'Italia e nel Mediocredi­to Centrale. La soluzione per Banca del Fucino arriva nei giorni in cui è esplosa la ‘dinasty' familiare con il blocco dell'eredità Torlonia da parte del Tribunale di Roma su richiesta di Carlo Torlonia, primogenit­o del principe Don Alessandro, padre-padrone della banca per oltre 40 anni, scomparso nel dicembre scorso.

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La sede a Roma ?? Banca del Fucino.
ANSA La sede a Roma Banca del Fucino.

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