La carta che imprime il pensiero nella memoria
Ho un rapporto particolare, fisico, con la carta: mi piace il tipico odore del quotidiano fresco di stampa, la croccantezza delle pagine patinate di un rotocalco. Può suonare strano, ma ho sempre l’impressione che le parole e le immagini stampate si possano toccare, che diventino eterne.
La mia giornata inizia con la lettura dei principali quotidiani: un rito cui non rinuncio mai, neppure in vacanza, e che mi accompagna da sempre. Sugli argomenti che più mi colpiscono amo confrontarmi costantemente con chi mi sta intorno. Il bello della carta stampata è proprio questo fluire di idee che ne nasce. È notare un titolo a caratteri cubitali o uno scatto, discuterne, rifletterci. Altrove si perde un po’ tutto, perché si viaggia a una velocità diversa, ed è più facile farsi distrarre, spostare l’attenzione, dimenticare.
Viviamo, oggi, immersi in un vorticoso e continuo flusso di informazioni che velocemente si accumulano fino ad annullarsi. Tanto che a volte non si riesce a orientarsi o a distinguere il vero dal falso, la “bufala” montata ad arte dal fatto veramente accaduto. Accanto a esperti e giornalisti seri, sono tanti coloro che si improvvisano opinionisti, anche quando non sembrano avere credibilità o titolo. Sui giornali – dove le parole e le immagini vengono fisicamente impresse – credo si possa ancora leggere la notizia raccolta e riportata con cura, meno frettolosa e superficiale. Per questo, accanto all’informazione digitale, che coglie l’attimo di ciò che accade nel mondo, non può non esserci il prezioso strumento dell’approfondimento e