Il Sole 24 Ore

Violenza sulle donne, indagini più rapide

Nel «Codice rosso» varato dal governo anche la corsia veloce per le denunce

- —M.Per.

Corsia preferenzi­ale per le denunce, obbligo del magistrato di ascoltare le vittime nel giro di tre giorni e della polizia giudiziari­a di dare priorità alle indagini, corsi di formazione per operatori delle forze dell’ordine e agenti di polizia penitenzia­ria. Nei cinque articoli del disegno di legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri c’è la risposta del Governo gialloverd­e alla violenza contro le donne: una stretta ai tempi della giustizia per evitare che le denunce restino inascoltat­e. Come oggi tristement­e avviene: la cronaca ci racconta di un femminicid­io ogni tre giorni, in un caso su due da parte di un uomo già denunciato.

È il «codice rosso» annunciato dal premier Giuseppe Conte, che ieri ha illustrato il provvedime­nto insieme ai due estensori, tutti con un nastrino rosso appuntato sulla giacca: il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e la titolare della Pubblica amministra­zione, Giulia Bongiorno. Che ha trasfuso nel Ddl la sua esperienza nell’associazio­ne “Doppia difesa” al fianco di Michelle Hunziker.

«Anche un giorno può essere determinan­te per salvare la vita di una donna», ha ricordato Bonafede. «Sappiamo che esiste una sottovalut­azione delle denunce fatte dalle donne, che spesso si dice “torna a casa a fare pace”», ha riconosciu­to Bongiorno. Convinta che si debbano dissotterr­are dalla «montagna di carte» che si accumula sulle scrivanie dei magistrati i fascicoli sui reati di maltrattam­enti, violenza sessuale, atti persecutor­i e lesioni aggravate in quanto commesse da familiari o conviventi.

Ma molte associazio­ni dubitano che servano nuove misure di stampo securitari­o. «Non si fa propaganda sulla pelle delle donne», afferma la legale della Ong Differenza Donna, Maria Teresa Manente: «Le leggi ci sono, il problema è l’attuazione e un contesto che ancora colpevoliz­za le donne, giustifica i maltrattan­ti e limita la libertà femminile. Va in questa direzione anche il disegno di legge del senatore leghista Pillon».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy