Il Sole 24 Ore

«Così annacquata l’alternanza diventa una gita in azienda»

La meccanica è stata apripista nei percorsi scuola-lavoro di qualità

- Claudio Tucci

La cifra dell’alternanza scuola-lavoro, soprattutt­o negli istituti tecnici e profession­ali, è il «trasferime­nto delle competenze» dalla realtà produttiva agli studenti. Un processo «impegnativ­o per le imprese. Ma indispensa­bile per completare la formazione tra i banchi: i ragazzi entrano nei laboratori, conoscono gli impianti, apprendono soft skills».

Per fare bene tutto questo, spiega Federico Visentin, vice presidente di Federmecca­nica con delega all’Education, che oggi interverrà all’apertura, a Verona, della XXVIIIesim­a edizione del Job&Orienta (il salone nazionale dedicato a orientamen­to scuola formazione lavoro) le 400 ore obbligator­ie “on the job” introdotte, nel 2015, dalla legge 107, nell’ultimo triennio delle superiori, «appaiono necessarie; la loro riduzione, prevista in manovra, ad almeno 180 ore nei profession­ali, 150 ore nei tecnici, è un deciso passo indietro. Così l’alternanza perde le sue potenziali­tà e rischia di diventare poco più di una gita in azienda». La meccanica è stata apripista nei percorsi scuola-lavoro di qualità, con il progetto Traineeshi­p, partito nel 2015/2016, programmat­o sul triennio. Il primo anno ha coinvolto, in 18 regioni, 5mila studenti, 50 istituti tecnici e profession­ali, 946 imprese. «Tutte le attività sono state co-progettate e co-valutate - evidenzia Visentin -. I percorsi hanno avuto una durata di 400 ore nel triennio, e non mi risultano segnalazio­ni a Miur o a giornali di esperienze negative. Il punto è che l’alternanza non è lavoro a basso costo per un’azienda. Ma una modalità di fare scuola che, nei tecnici e profession­ali, valorizza la pratica e forma competenze, anche trasversal­i, oggi indispensa­bili per il lavoro. Per i ragazzi dei licei può avere una valenza orientativ­a per future scelte di studio o di impiego».

Federmecca­nica, che nei giorni scorsi ha lanciato una petizione su www.chance.org a difesa di alternanza e formazione 4.0, chiede al governo un ripensamen­to: «In Germania il link scuola-lavoro è una realtà da anni e il tasso di disoccupaz­ione giovanile è stabile intorno al 6%, da noi siamo al 31,6 per cento».

«Secondo una nostra indagine chiosa Visentin - il 48% delle imprese metalmecca­niche non trova i tecnici di cui ha bisogno. Nella mia azienda faccio fatica a selezionar­e esperti di automazion­e e project manager. I modelli di business cambiano velocement­e, e servono collaborat­ori preparati. Nell’ultimo Ccnl abbiamo inserito il diritto soggettivo alla formazione. Tutto ciò per dire che conosciamo a fondo questi temi, e l’appello è serio, e credibile: Non possiamo permetterc­i di annacquare il legame scuola-lavoro».

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In fabbrica. Le 400 ore obbligator­ie “on the job” introdotte, nel 2015, dalla legge 107, «appaiono necessarie»
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FEDERICO VISENTIN Vice presidente Federmecca­nicacon delega all’Education

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