Giallo-frequenze Arrestato a Varese lo «Steve Jobs» della banda larga
La procura di Busto Arsizio sequestra 3,5 milioni dai conti della società e dispone i domiciliari per l’ad Luca Spada. L’accusa è uso di frequenze senza autorizzazione Mise. La replica: «Vicenda già chiarita due anni fa»
Un caso giudiziario sintonizzato sulle frequenze a 28 GHz del 5G. E sulla loro assegnazione-spartizione. Con al centro l’imprenditore Luca Spada, amministratore delegato dell’internet service provider Eolo, da martedì agli arresti domiciliari.
La Guardia di finanza di Busto Arsizio, comune dove ha sede la società Eolo, accusa quello che da molti è considerato lo Steve Jobs della banda larga italiana di aver guadagnato illecitamente 3,5 milioni di euro portando internet con velocità fino a 100 mega nelle case e nelle aziende dei propri clienti sfruttando - sostiene la Gdf - frequenze non ancora assegnate dal ministero dello Sviluppo economico (Mise); ovvero utilizzandole senza autorizzazione.
Lo schema del «frequency-gate»
Secondo quanto emerge dalle indagini coordinate dalla Procura di Busto Arsizio - che oltre all’arresto ha anche deciso il sequestro di 3,5 milioni di euro dai conti della società - l’azienda di Spada avrebbe anche messo in atto un sistema software capace di aggirare i controlli che, periodicamente, il Ministero effettua per monitorare il traffico delle singole frequenze. Il software sarebbe stato in grado, via remoto, di riconoscere la modalità “test” e quindi interrompere o deviare su altre frequenze le attività gestite da Eolo, così da eludere i controlli. Evidentemente non in tutti i casi, visto l’esito delle indagini.
Lo schema, se confermato, ricorda quello che ha portato allo scandalo del “diesel gate” che, nel 2015, ha travolto il Gruppo Volkswagen: anche in quel caso, un software installato sui veicoli incriminati “capiva” che era in corso un test sulle emissioni e modificava temporaneamente i parametri di funzionamento del motore, facendo così rientrare i livelli degli inquinanti nei limiti di legge.
L’accusa per l’imprenditore, la società e altri cinque manager - tre dei quali non più in azienda - è di «truffa ai danni dello Stato pluriaggravata», «furto di radiofrequenze non autorizzate pluriaggravato» e «turbata libertà dell’esercizio di un’industria o di un commercio».
Eolo: «Stupiti, caso già chiarito»
Fin qui la versione della Procura. Eolo replica spiegando che vi era già stato un confronto sulle frequenze “incriminate” con lo stesso Mise. Oltre due anni fa. «Eolo - spiega la società - apprende con stupore che Luca Spada, amministratore delegato, è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari per una vicenda chiarita 2 anni fa presso le sedi competenti». Le frequenze a cui viene fatto riferimento «non sono utilizzate dalla società, che invece è concentrata da due anni nello sviluppo e nell’implementazione della più grande rete Fixed Wireless Access in Italia basata sull’attribuzione ministeriale del diritto d’uso di frequenze a 28 GHz, per la quale sta investendo oltre 300 milioni di euro». Grazie alla rete Eolo oggi «oltre 1 milione di italiani residenti nei comuni sotto i 20 mila abitanti accede a una connessione a banda larga fino a 100 Mega», rivendica con orgoglio la società, che «rinnova la fiducia nei confronti del proprio top management e nelle autorità inquirenti».
Un gruppo da 100 milioni di euro
La notizia dei domiciliari per Spada e del sequestro di 3,5 milioni di euro ha stupito chi segue la società e conosce il suo fondatore, considerato anche dai concorrenti un manager illuminato e capace. Nata negli anni 2000, Eolo si è specializzata nella fornitura di connessioni internet veloci via radio, tramite tecnologia wireless, e opera soprattutto nelle “aree bianche”, ovvero in quelle aree non raggiunte dalla rete Adsl. Oggi Eolo fattura 100milioni di euro all’anno, ha 400 dipendenti e 300.000 clienti.
Lo scontro per le frequenze 5G
L’esito delle indagini su Eolo non sarà solo di tipo giudiziario per la società guidata da Luca Spada. Conseguenze si avranno anche sul mercato, dove è in corso uno scontro tra gli operatori per le frequenze destinate al 5G assegnate, per legge, dal Mise. Per offrire i suoi servizi Eolo utilizza - dopo averle acquistate nel 2017 - anche frequenze a 28 GHz funzionali al 5G. Una “famiglia” di frequenze oggi sempre più ambita sul mercato, proprio perché abilitante per il 5G, che fa gola a molti attori del mercato.
Grazie a questa tecnologia e sfruttando il vantaggio acquisito negli anni sulle connessioni internet wireless, Eolo ha piani societari per «portare connessioni a 100 Mega nei piccoli comuni». Recentemente ha siglato un accordo con Oper Fiber, per coprire - con una sperimentazione pilota - i comuni di quattro “aree bianche” non raggiunti dall’Adsl. Piani che la società conferma: «Le recenti vicende non hanno alcun impatto né sui livelli di servizio alla clientela, né sulla solidità finanziaria e patrimoniale dell’azienda, che prosegue con decisione nell’implementazione del piano industriale triennale approvato nel 2017».
antonio.larizza@ilsole24ore.com
Sul sito del Sole-24 Ore gli sviluppi delle indagini giudiziarie sulla società Eolo