Il Sole 24 Ore

Il pioniere di Internet che da un garage sfidò i giganti

- —A. Lar.

Luca Spada è considerat­o lo «Steve Jobs» italiano delle Tlc. Lui stesso in passato ha alimentato questa immagine di sé, svelando come nacque, a cavallo tra gli anni ’90 e i primi anni 2000, Eolo. «A casa mia - si legge nel racconto «Il dio del vento», pubblicato nel 2015 all’interno della raccolta Storie d’impresa avvincenti (Rancilio Cube) - a tre km da Varese, in aperta campagna, non c’era banda veloce. I miei vicini desiderava­no poter navigare». Al futuro imprendito­re viene l’idea. Costruisce nel suo garage un ponte radio. «Poi, dalla mia azienda, dove invece la banda larga arrivava, sparai il segnale a una stazione radio collocata sul monte Tre Croci, a Varese, e da lì rilanciai la linea verso le nostre abitazioni. La sera stessa navigavamo con la banda larga a 20 Mb al secondo. Nel giro di sei mesi, misi insieme mille clienti. Affittai ripetitori di RaiWay, di Mediaset, di privati. Dove non esistevano, ne installai di miei. Oggi - continua - anche gli otto alberghi al Passo dello Stelvio, a quasi 3.000 metri di quota, dispongono di internet grazie al mio sogno: collegare al web le località più sperdute d’Italia». Da allora Spada non si è più fermato e ha fatto di Eolo un gruppo capace di sfidare, da “indipenden­te”, i colossi delle Tlc italiane. Al punto forse di volare oltre i limiti, come Icaro: il dio che trovò la morte per essersi avvicinato troppo al sole.

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