Il Sole 24 Ore

Le speranze tradite di Alfa e Maserati

- —F. Gre.

Il piano di rilancio di Alfa Romeo, il primo, arriva nel 2014 e punta in alto: 5 miliardi di investimen­ti e otto nuovi modelli entro il 2018. Il punto di partenza erano la Giulietta, ancora in produzione a Cassino, e la Mito a Mirafiori, da pochi mesi fuori produzione. I nuovi progetti in realtà sono stati soltanto due, la Giulia, che arriva sul mercato nel secondo trimestre del 2016, e il suv del Biscione che debutta nel febbraio del 2017. L’obiettivo era di portare le vendite dalle 74mila del 2013 a 400mila nel 2018, ma il piano viene rivisto, si allungano i tempi per allargare la gamma e si rivedono gli obiettivi. In realtà la risalita di Alfa Romeo si è fermata a metà strada con circa 150mila vetture vendute nel 2017 e un trend in assestamen­to nel 2018, complice anche lo stop alla linea Mito. I volumi di produzione a Cassino, il plant del rilancio del marchio Alfa, sono scesi del 20% in un anno, da 100mila a 77mila unità prodotte da gennaio a settembre. L’obiettivo delle 400mila Alfa Romeo sul mercato è tornato in campo, con il piano industrial­e di Balocco, ma spostato al 2022. Anche su Maserati, il piano industrial­e al 2018 prevedeva 75mila auto sul mercato – si partiva da 15mila esemplari – e una gamma ampliata da quattro a sei modelli. In questo caso manca all’appello soltanto l’Alfieri Coupe mentre il suv Levante è in produzione a Mirafiori da inizio 2016 e di fatto rappresent­a l’unica nuova vettura messa in produzione nelplant torinese negli ultimi otto anni. Guardando al mercato, il 2017 ha visto crescere di oltre il 20% le vendite di Maserati, a quota 49mila unità, ma il 2018 segna il passo, soprattutt­o a causa del mercato cinese. Tocca fare i conti con il calo di oltre il 27% al 30 settembre scorso e con l’obiettivo di raddoppiar­e a 100mila le vendite nel 2022.

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