Sfuma la prospettiva di fusione con la giapponese Nissan
La prospettiva di una fusione o anche di una maggiore integrazione tra Renault e Nissan è sfumata dopo il clamoroso arresto a Tokyo del leader dell’alleanza Carlos Ghosn, che stava lavorando al progetto di mettere le due aziende come minimo sotto una stessa holding, con l’intenzione di annunciarlo la prossima primavera a Parigi in occasione del ventennale della partnership: è uno sviluppo che rischia di indebolire entrambe le società. Oggi ci sarà la prima riunione congiunta del top management dopo il siluramento di Ghosn da parte di Nissan e dell’altro partner (dal 2016) Mitsubishi Motors: sarà ad Amsterdam (con i giapponesi in videoconferenza), sede della joint RenaultNissan BV che coordina le sinergie operative. Probabilmente si tratterà di un meeting interlocutorio, da cui si cercherà di non far emergere troppo i contrasti ormai venuti alla luce. Nissan intende quantomeno “ribilanciare” una alleanza di cui con il tempo è diventata il partner più importante in termine di vendite profitti e capitalizzazione. La parte francese ha l’obiettivo opposto di mantenere una posizione dominante grazie alla sua quota del 43,4%
Andamento in Borsa nell’azienda nipponica, che invece ha solo il 15% di Renault senza diritti di voto.
Il ministro dell’economia Bruno le Maire ha ribadito che l’attuale struttura della partnership resta quella giusta, compreso il ruolo primario nel management dell’alleanza da parte dei francesi. In Giappone si teme il ruolo dello Stato francese, che ha il 15% del capitale Renault e tre anni fa aveva cercato di salire ulteriormente (provocando le prime aperte tensioni con Tokyo). Sullo sfondo, al di là delle teorie del complotto per far fuori – con Ghosn – l’alleanza stessa, da parte di molti esperti legali vengono espresse forti critiche per la mano pesante della magistratura giapponese, imbeccata da Nissan stessa. L’accusa principale a Ghosn – aver sottostimato i suoi compensi nei report alle autorità – chiama in causa la governance societaria, mentre l’arresto viene giudicato eccessivo in quanto Ghosn non ha materialmente già incassato i “compensi differiti”.