Mutui, prorogata la diffusione del tasso Euribor base 365
Emmi calcolerà il dato fino al 31 marzo, banche in cerca di una soluzione
Pericolo scampato, almeno per il momento. Ieri l’European Money Markets Institute (Emmi) ha deciso di continuare a pubblicare i tassi Euribor con base 365 (cioè il divisore rispetto ai giorni dell’anno) almeno fino a fine marzo. Il tema è di quelli squisitamente tecnici ed è passato completamente sottotraccia, ma è tutt’altro che secondario perché suscettibile di provocare conseguenze significative su tutti i prodotti indicizzati a questa particolare tipologia di parametro, in particolare sui mutui a tasso variabile.
Con una decisione forse non del tutto attesa, l’organismo che presiede al calcolo del principale fra i tassi interbancari europei ed è impegnato in una riforma che introdurrà una metodologia ibrida per la loro determinazione aveva il 26 marzo scorso comunicato la cessazione della diffusione dei valori dell’Euribor base 365 a partire da lunedì prossimo, 3 dicembre. In un’ottica di semplificazione, sul mercato sarebbero rimasti soltanto i valori calcolati su base 360: questione di poco conto in teoria, centesimi o addirittura millesimi di punto, ma che nella pratica avrebbe comportato problemi rilevanti per tutti quei mutui (sono di gran lunga la maggioranza in Italia, ma sono presenti anche in altri Paesi europei) che si basano su Euribor a 1, 3 o 6 mesi con divisore 365 e che da un giorno all’altro avrebbero visto scomparire del tutto il parametro di riferimento fedelmente riportato sul prospetto informativo di ogni contratto stipulato.
L’attività di mediazione delle parti interessate - essenzialmente le banche e le associazioni che le rappresentano nei vari Paesi europei, Abi compresa - si è fatta frenetica nell’imminenza della scadenza e ha appunto convinto Emmi quantomeno a rinviare la decisione (spariranno invece, come previsto, durate secondarie e ormai inutilizzate sul mercato quali Euribor a 2 settimane, a 2 e a 9 mesi) in attesa di una soluzione del problema che a questo punto resta comunque impellente.
Le possibili vie di uscita alle quali si sta lavorando contemplano in primo luogo l’ipotesi di regolare i prodotti attualmente indicizzati all’Euribor base 365 al medesimo tasso con divisore 360 che sopravviverà alla riforma, cosa che in teoria potrebbe però dover significare l’adeguamento di tutti i contratti, cioè un lavoro enorme per le banche italiane. In alternativa, per mantenere in vigore la situazione esistente servirebbe quantomeno l’attività di un soggetto che proceda al ricalcolo del tasso 365: un’operazione di moltiplicazione e divisione in sé assai banale, che però potrebbe non sottostare del tutto alle norme sulla trasparenza bancaria. Un «topolino» insomma, che al contrario rischia però di diventare grande quanto una montagna.