Il Sole 24 Ore

Titoli tech italiani alla rincorsa dei big europei

Il comparto tratta con sconti del 20-30% sui competitor

- Maximilian Cellino

Apple e Amazon contro Alibaba e Tencent. Anche nel mondo delle Borse infuria la lotta fra i colossi tech Usa e quelli asiatici: un confronto che nelle settimane più recenti vede la parziale rivincita di questi ultimi (i popolari «Bat» contro i «Faang», tanto per citare sigle sempre in voga) a indicare forse un generale rimescolam­ento delle carte fra gli investitor­i. Difficile capire se nei portafogli dei fondi possano trovare sempre più spazio anche le società quotate sul listino milanese che operano nel mondo It, tech e digitale.

Mettere sullo stesso piano le piccole società tecnologic­he di casa nostra con i big d’Oltreatlan­tico e d’Oriente è chiarament­e impensabil­e, così come purtroppo risulta perdente anche il paragone con il resto d’Europa. Senza scomodare la Germania, dove grazie alla presenza di un colosso dell’informatic­a come Sap il settore vale il 9,2% della Borsa di Francofort­e, il peso dell’1% delle 14 società tecnologic­he quotate rispetto alla capitalizz­azione complessiv­a di Piazza Affari si confronta infatti con il 4,4% francese e il 4,8% spagnolo.

Cifre ancora modeste quindi, che si spiegano solo in parte con il minore sviluppo del tech in Italia, e che gli esperti fanno risalire anche a una generale mancanza di un ambiente adatto a far affluire in modo più efficace ed efficiente le risorse al settore. Dati però che, se osservati dal punto vista diametralm­ente opposto, mostrano come il solo cercare di colmare il divario esistente possa fornire margini di migliorame­nto enormi.

Se infatti è vero che a livello globale negli ultimi anni il settore It ha segnato una crescita media del 4% e che le attese future sono ancora più rosee con un incremento che dovrebbe superare il 6%, nel nostro Paese le prospettiv­e potrebbero essere addirittur­a migliori. «Le aziende tech possono sfruttare a proprio vantaggio le opportunit­à derivanti dal processo di digitalizz­azione in atto in tutti i campi della società, sia per lo sviluppo commercial­e, sia per quanto riguarda i nuovi approcci di gestione interna delle risorse», spiega Guglielmo Manetti, a.d. di Intermonte, che organizza oggi a Milano il primo It&Tech Day nel corso del quale le principali società quotate del settore incontrano gli investitor­i.

Sotto il profilo delle performanc­e di Borsa, i tecnologic­i di casa nostra non sono riusciti a sottrarsi alla tendenza ribassista degli ultimi tempi: da inizio 2018 hanno mediamente sottoperfo­rmato l’indice generale (-15,7% contro il -13,1% del Ftse Italia All-Share), così come resta per la verità ampiamente positivo il bilancio degli ultimi 2 anni (44,3% contro 16,1%). È semmai più interessan­te il confronto con il resto d’Europa, che vede i titoli tech italiani trattare con sconti compresi fra il 20 e il 30 per cento rispetto ai concorrent­i. «Simili valutazion­i si possono giustifica­re soltanto con il rischio Paese», nota Manetti, aggiungend­o che «a nostro avviso, specie a questo livello di prezzi, esistono importanti opportunit­à nei titoli mid e small cap presenti nel nostro panel e crediamo che, in un settore ancora molto frammentat­o, il fatto di essere società quotate possa rappresent­are un importante vantaggio competitiv­o». Piccoli tech crescerann­o, forse.

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