Tenaris, l’inchiesta argentina su Rocca affonda il titolo: -7%
Il cda: «Pieno supporto a Paolo Rocca», cui viene richiesto di «difendersi»
Tenaris sotto forte pressione a Piazza Affari dopo la notizia, arrivata nella notte di martedì dall’Argentina, di un allargamento dell’inchiesta per presunte tangenti che ora coinvolge il presidente e amministratore delegato del gruppo, Paolo Rocca. In Argentina, infatti, il giudice di prima istanza - che conduce l’indagine circa i pagamenti effettuati dal gruppo Techint nel 2008 a un funzionario del Governo argentino - ha preso la decisione di incriminare il presidente del gruppo italo-argentino. Il magistrato ha inoltre stabilito che Rocca non può lasciare il Paese in attesa degli sviluppi giudiziari. Immediata la risposta del manager che respinge tutti gli addebiti: «Non sono stato coinvolto nei pagamenti - ha dichiarato Paolo Rocca al media locale Perfil -, non li ho autorizzati e non ne ero a conoscenza». Il consiglio d’amministrazione di Tenaris, in una nota, ha confermato il pieno sostegno a Paolo Rocca come presidente e amministratore delegato della società e «ha chiesto a Rocca di continuare a difendersi col pieno supporto del consiglio». L’inchiesta, nota come «caso Notebooks», riguarda presunte tangenti pagate dalla società italo-argentina, maggior produttore e fornitore a livello globale di tubi e servizi per l’esplorazione e la produzione di petrolio e gas, per ottenere contratti dal governo della ex presidente Cristina Fernandez Kirchner. Le autorità hanno congelato 4 miliardi di pesos di attivi (104 milioni di dollari). Spetterà alla magistratura chiarire i fatti, tuttavia secondo alcune ricostruzioni di ambienti vicini alla società, il contesto in cui sono maturate le presunte irregolarità sarebbe in realtà legato all’espropriazione venezuelana della Sidor, decisa nel 2008 dal presidente Hugo Chávez. L’esproprio, nel contesto dei disordini violenti del Venezuela, avrebbe spinto il gruppo Techint a richiedere l’appoggio del governo argentino, al fine di salvaguardare l'integrità e il rimpatrio di oltre 200 dipendenti. Secondo questa ricostruzione, in questo contesto il gruppo sarebbe stato costretto a versare dei contributi a funzionari pubblici argentini.
L’inchiesta ieri è stata accolta a Piazza Affari - il titolo della multinazionale è quotato anche a Wall Street, a Buenos Aires e alla Bolsa Méxicana de Valores - con forti vendite su Tenaris: dopo sospensioni per eccesso di ribasso il titolo è arrivato a perdere oltre il 9% per poi chiudere le contrattazioni a 10,90 euro, in flessione del 7,08 per cento.
Andamento del titolo a Milano