Snam avvia il riacquisto di prestiti obbligazionari
L’operazione contribuirà a migliorare la struttura finanziaria della società
L’obiettivo è proseguire sulla strada dell’efficientamento della struttura del debito e del miglioramento del costo del capitale. Ecco perché ieri Snam ha avviato un’offerta di riacquisto di alcuni prestiti obbligazionari. L’operazione riguarda, nel dettaglio, sei tranche, con scadenze che variano dal 2020 al 2024, per un ammontare complessivo da rimborsare poco sopra i 2,9 miliardi di euro.
L’esito sarà noto nei prossimi giorni, ma, a giudicare dall’andamento in passato di offerte simili, l’importo massimo che verrà accettato dalla società guidata da Marco Alverà, e regolato per cassa, dovrebbe comunque attestarsi al di sotto dell’asticella. Il lancio della tender offer è stato assicurato da pool di banche (Banco Bilbao Vizcaya Argentaria, Bnp Paribas, Citigroup Global Markets Limited, Jp Morgan Securities e Mizuho International), che hanno agito come dealer manager, mentre sul fronte legale gli istituti sono stati assistiti da Allen & Overy (Snam, invece, è stata affiancata da Clifford Chance).
L’operazione annunciata ieri la quarta dopo i tre esercizi messi in pista nel periodo 2015-2017 per oltre 4 miliardi di euro -, punta, come detto, a migliorare la struttura finanzaria. In base ai numeri diffusi nei giorni scorsi, in occasione della presentazione al mercato del piano strategico 20182022, l’attività di ottimizzazione condotta negli ultimi due anni ha portato a ridurre il costo medio del debito dal 2,4% a circa 1,5% nei primi nove mesi del 2018 rispetto alla guidance dell’1,8% e all’aggiornamento dell’1,6% poi comunicato a luglio scorso.
Le misure messe in campo consentiranno comunque alla società, aveva chiarito il top management in quell’occasione, di contenere eventuali rischi connessi a un cambiamento dello scenario macroeconomico, a cominciare da una struttura finanziaria che è caratterizzata da ¾ del debito a tasso fisso e da una vita media dell’esposizione a medio-lungo termine che si attesta sopra i 5 anni. A questo, la spa dei gasdotti ha affiancato poi una strategia di prehedge che ha bloccato i tassi per circa il 40% delle emissioni previste nei prossimi tre anni, ma può contare anche su 3,2 miliardi di linee di credito sindacate non utilizzate al 30 settembre e in scadenza tra il 2022 e il 2023.