In Inpgi tutti i comunicatori oggi iscritti all’Inps
Far confluire nell’Inpgi, l’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani, tutti gli operatori della comunicazione impegnati sia nel pubblico sia nel privato e che oggi sono iscritti all’Inps. È quanto prevede una proposta di correttivo al Ddl di Bilancio al momento accantonato ma che il Governo sta valutando. L’obiettivo è quello di dare vita a un polo previdenziale unico del settore dell’informazione per fronteggiare gli squilibri che i mutamenti tecnologici e di consumo hanno determinato nel comparto in pochissimi anni. La proposta va finanziata con circa 130 milioni, oneri per la finanza pubblica che consentirebbero di ridare stabilità all’Inpgi e sarebbero molto minori di quanto costerebbe invece il passaggio inverso del settore giornalistico all’Inps che, semmai fosse ipotizzato in futuro, potrebbe pesare sui conti per circa 600-700 milioni. L’emendamento, che troverebbe consensi all’interno della maggioranza, prevede che a decorrere dal primo gennaio 2019 i soggetti che svolgono l’attività di comunicatore professionale, così come previsto da una legge del 2013, siano iscritti all’Inpgi. Il passaggio sarebbe automatico anche per i comunicatori che operano nelle amministrazioni pubbliche. Per chi svolge l’attività come lavoratore autonomo l’iscrizione sarebbe prevista alla gestione separata dell’Inpgi, dove ora sono iscritti i giornalisti non contrattualizzati, come i free lance. Sono previste specifiche tutele di adeguatezza delle prestazioni, senza modifiche alla struttura della contribuzione e dei requisiti rispetto alla forma previdenziale di provenienza. Coinvolte sarebbero circa 20mila persone, perlopiù con il contratto del commercio, iscritte al fondo pensioni lavoratori dipendenti Inps o alla Gestione separata.