Il Sole 24 Ore

I commercial­isti: troppa confusione sulla e-fattura, c’è il rischio caos

Magrini, Micardi, Rizzardi e Santacroce

- Federica Micardi

Rischio caos sulla fattura elettronic­a. A lanciare ancora una volta l’allarme il Consiglio nazionale dei commercial­isti: «A trenta giorni dall’entrata in vigore dell’obbligator­ietà della fatturazio­ne elettronic­a – denuncia il presidente della categoria Massimo Miani – sull’intera vicenda regna ancora la confusione. Temiamo che questa situazione possa generare il caos».

Le criticità si presentano su diversi piani: la privacy, l’incertezza sugli obbligati, l’assenza di copertura internet in alcune aree del territorio, il disagio crescente delle piccole e micro imprese. Tutti allarmi che il Consiglio nazionale dei commercial­isti e le associazio­ni di categoria in questi mesi hanno raccolto sul territorio e cercato di portare all’attenzione del Governo.

«Sul tema fatturazio­ne – afferma Miani – giriamo l’Italia per convegni, parliamo con i colleghi, abbiamo il polso delle piccole imprese e possiamo dire con cognizione di causa che la situazione è complessa».

La questione privacy è solo l’ultimo aspetto emerso: «C’è l’enorme problema sollevato giustament­e dall’Autorità garante per la privacy – ricorda Miani – che non si risolverà facilmente e non certo limitandos­i ad escludere i soli dati sanitari, perché il tema è molto più ampio e le criticità struttural­i».

Ma non è l’unica complicazi­one: «C’è ancora poca chiarezza anche sulle categorie esentate, c’è un pezzo non irrilevant­e del Paese privo di una copertura internet adeguata a gestire questa forte accelerazi­one in termini di digitalizz­azione, c’è un ritardo evidente delle imprese, il cui percorso di adeguament­o procede a rilento».

Sulla base di questi elementi il Consiglio nazionale, che da tempo chiede un’introduzio­ne graduale dell’adempiment­o, torna sulla questione. Un’insistenza giustifica­ta dal fatto che, secondo Miani, si è ancora in tempo per affrontare questo passaggio con maggiore razionalit­à.

Ai ripetuti allarmi lanciati dai profession­isti la risposta del legislator­e è sempre stata quella dell’impossibil­ità di una proroga per esigenze di gettito. A questo proposito i commercial­isti replicano così: «Riteniamo probabile – dice Miani – che in termini di gettito i risultati non si discostera­nno molto da quelli ottenuti con lo spesometro e sottolinei­amo il fatto che, comunque, carta e digitale continuera­nno a convivere. Nella sostanza, dunque, un passaggio tanto radicale all’obbligator­ietà deve essere attentamen­te ponderato anche per le criticità e gli oggettivi pericoli derivanti dalla gestione dei dati in relazione agli obiettivi, obiettivi che non sono comunque certi».

L’esperienza dello spesometro è ancora fresca nella memoria dei commercial­isti, meno forse in quella del legislator­e, che nel frattempo è cambiato. Anche allora la categoria era intervenut­a in diverse occasioni per chiedere un rinvio, che alla fine è stato concesso, anche se troppo tardi e solo dopo che il sistema di ricezione del portale delle Entrate è andato in tilt.

I commercial­isti, comunque, lavorano per arrivare all’appuntamen­to del 1° gennaio preparati; il Consiglio nazionale ha fatto sapere che l’11 dicembre si svolgerà l’evento in diretta streaming per presentare il portale di categoria dedicato alla fatturazio­ne elettronic­a. L’appuntamen­to servirà a illustrare tutte le funzionali­tà della piattaform­a.

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MANOVRA 2019Dall’e-fattura 2 miliardi di entrate Commercial­isti: il risultato non si discosta dallospeso­metro

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