Sinergie e nuovi prodotti: ecco il piano per rilanciare Magona (acciaio)
Sanjeev Gupta. Al vertice di Gfg e Liberty, ha rilevato gli impianti siderurgici dismessi da ArcelorMittal in Europa e Italia
Cento giorni per un check up completo della Magona e poi il rilancio, con la possibilità di saturarne la capacità, investire in nuove lavorazioni e spedire i coils in qualsiasi contesto profittevole in Europa, raggiungendo gli end user dell’auto, dell’elettrodomestico delle attrezzature industriali e dell’edilizia. Sanjeev Gupta è il chairman di Gfg alliance, holding che controlla Liberty steel, realtà che con l’acquisizione del pacchetto di dismissioni di ArcelorMittal nell’ambito dell’operazione Ilva (in Romania, Macedonia, Rep. Ceca, Belgio e Lussemburgo, oltre che Italia) è diventato in poche settimane uno dei nuovi protagonisti dell’acciaio europeo. L’operazione è in via di conclusione, e il closing definitivo è atteso nelle prossime settimane, anche se il sindacato ha chiesto un confronto prima di esprimere un parere.
Con il deal ArcelorMittal-Ilva, la joint venture Tata-ThissenKrupp e l’iniziativa di Liberty (senza dimenticare Jsw a Piombino) il mercato ha mostrato grande vivacità. Ci sarà altro spazio, anche per i più piccoli?
Al momento c’è un certo grado di consolidamento, ma il mercato è diversificato e credo che continuerà a esserlo, il che è positivo. Una forte concorrenza è nell’interesse di tutti, è il motivo per cui l’Unione europea, in questo momento, ha dato a Liberty l’opportunità di entrare in modo significativo nel mercato europeo della produzione siderurgica. Gli operatori più piccoli possono spesso essere più agili di quelli più grandi: c’è spazio.
Il mercato è cresciuto molto. Come vede il futuro?
C’è spazio per la crescita in regioni chiave nel mondo, e Liberty ha ampio spazio per acquisire una quota maggiore dei mercati esistenti. Tuttavia, sappiamo che questi mercati sono ciclici: stiamo cercando di applicare un modello basato su prodotti a più alto valore aggiunto e con margini migliori, che si tradurrà in un’impresa più resistente di fronte agli inevitabili cicli recessivi.
Come giudica le misure di salvaguardia e in generale la vicenda dazi? Come azienda globale non commentiamo le politiche commerciali di Paesi o blocchi commerciali diversi. In generale non ci piace il protezionismo, ma possiamo capire le preoccupazioni create in Europa dalla questione tariffaria.
Ora che Liberty è un player completamente integrato quali sono i piani di sviluppo nell’acciaio? Vogliamo essere attivi su un ampio spettro di prodotti siderurgici, sia lunghi che piani, ma soprattutto stiamo potenziando la presenza nella produzione a valle, in particolare nel settore automobilistico, che a nostro avviso offre un potenziale di crescita molto significativo nei prossimi anni. Oltre a costruire la nostra capacità produttiva lungo la catena del valore, stiamo investendo in ricerca e sviluppo, soprattutto nell’ambito dei metalli in polvere e della produzione semifinita, il che ci darà un vantaggio competitivo nei prossimi anni.
In questi anni Gfg ha perfezionato numerose acquisizioni. Ci sono ancora opportunità?
Sì, sia a monte che a valle. Siamo ansiosi di sviluppare il nostro business energetico in Europa, replicando quello che stiamo facendo in Regno Unito e in Australia e siamo interessati ad acquisire più valore nella produzione a valle, in particolare nell’automotive
Una parte del sindacato italiano ha stigmatizzato la natura trader di Liberty, e manifestato preoccupazione sulla leva finanziaria necessaria a sostenere tutte le acquisizioni.
La nostra famiglia si occupa di industria, in particolare metalli e ingegneria, da tre generazioni. Anche se Liberty House ha iniziato come commerciale, negli ultimi anni abbiamo acquisito un’importante presenza industriale globale con 14mila dipendenti e attività in Regno Unito, Francia, Australia e Stati Uniti. Liberty è diventata un importante player internazionale. Abbiamo un solido modello di finanziamento basato sull’economia di ogni business interno al gruppo: mentre queste attività traggono benefici dall’integrazione verticale e dal supporto finanziario del gruppo se necessario, ogni unità operativa è focalizzata sul raggiungimento del proprio successo commerciale. Questo modello di integrazione disaccoppiata è il nostro punto di forza.
Intendete , una volta perfezionata l’acquisizione, portare a pieno regime gli impianti italiani già dal 2019? Volete potenziarli? Continueremo con tutti i prodotti esistenti - compresi i prodotti in acciaio laminato a freddo, zincato e a rivestimento organico - ed esploreremo le opportunità di espandere la gamma. Abbiamo un piano quinquennale di investimenti, ma, come facciamo sempre, una volta conclusa l’operazione inizieremo una revisione di 100 giorni del business per comprenderlo e identificare le opportunità per renderlo più forte. Cercheremo di riavviare al più presto la linea di decapaggio e di integrare la fornitura di coils laminati a caldo da Galati in Romania. Studieremo anche la possibilità di riavviare galvanica e rivestimento organico. Puntiamo ad aumentare le capacità commerciali e di marketing, in modo da espandere la quota di mercato e conquistare nuovi clienti in tutte le aree di prodotto.
Che segmenti e mercati puntate? Serviremo sia il mercato italiano che l’export. Saremo impegnati ad identificare nuovi potenziali clienti e a contattarli nei prossimi mesi. Prevediamo opportunità di mercato in diversi settori, in particolare automotive, attrezzature industriali, edilizia ed elettrodomestici.
Confermerete il management? Quali sono i rapporti con il sito di Galati, in Romania?
Ogni volta che acquisiamo un nuovo asset cerchiamo di ottimizzare le competenze del management esistente e, se necessario, di supportarli con competenze del gruppo. A Piombino intendiamo perseguire un modello simile. Cercheremo di raggiungere un livello di integrazione di fornitura di laminati a caldo da Galati, ma vorremmo che il management fosse libero di approvvigionarsi altrove se e quando necessario per garantire la competitività dell’impianto.
Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, l’ha invitata a Firenze.
Lo incontreremo. Cerchiamo sempre di sviluppare partnership produttive con i governi e i loro rappresentanti ovunque investiamo. Lo informeremo dei nostri piani.
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IL FUTURO
Il mercato offre ancora occasioni per consolidarsi, specie per gli operatori più piccoli, c’è spazio per crescere
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IN ITALIA
Puntiamo su automotive e attrezzature industriali, cercheremo di allargare la gamma e conquistare clienti