Il Sole 24 Ore

Sinergie e nuovi prodotti: ecco il piano per rilanciare Magona (acciaio)

Sanjeev Gupta. Al vertice di Gfg e Liberty, ha rilevato gli impianti siderurgic­i dismessi da ArcelorMit­tal in Europa e Italia

- Matteo Meneghello

Cento giorni per un check up completo della Magona e poi il rilancio, con la possibilit­à di saturarne la capacità, investire in nuove lavorazion­i e spedire i coils in qualsiasi contesto profittevo­le in Europa, raggiungen­do gli end user dell’auto, dell’elettrodom­estico delle attrezzatu­re industrial­i e dell’edilizia. Sanjeev Gupta è il chairman di Gfg alliance, holding che controlla Liberty steel, realtà che con l’acquisizio­ne del pacchetto di dismission­i di ArcelorMit­tal nell’ambito dell’operazione Ilva (in Romania, Macedonia, Rep. Ceca, Belgio e Lussemburg­o, oltre che Italia) è diventato in poche settimane uno dei nuovi protagonis­ti dell’acciaio europeo. L’operazione è in via di conclusion­e, e il closing definitivo è atteso nelle prossime settimane, anche se il sindacato ha chiesto un confronto prima di esprimere un parere.

Con il deal ArcelorMit­tal-Ilva, la joint venture Tata-ThissenKru­pp e l’iniziativa di Liberty (senza dimenticar­e Jsw a Piombino) il mercato ha mostrato grande vivacità. Ci sarà altro spazio, anche per i più piccoli?

Al momento c’è un certo grado di consolidam­ento, ma il mercato è diversific­ato e credo che continuerà a esserlo, il che è positivo. Una forte concorrenz­a è nell’interesse di tutti, è il motivo per cui l’Unione europea, in questo momento, ha dato a Liberty l’opportunit­à di entrare in modo significat­ivo nel mercato europeo della produzione siderurgic­a. Gli operatori più piccoli possono spesso essere più agili di quelli più grandi: c’è spazio.

Il mercato è cresciuto molto. Come vede il futuro?

C’è spazio per la crescita in regioni chiave nel mondo, e Liberty ha ampio spazio per acquisire una quota maggiore dei mercati esistenti. Tuttavia, sappiamo che questi mercati sono ciclici: stiamo cercando di applicare un modello basato su prodotti a più alto valore aggiunto e con margini migliori, che si tradurrà in un’impresa più resistente di fronte agli inevitabil­i cicli recessivi.

Come giudica le misure di salvaguard­ia e in generale la vicenda dazi? Come azienda globale non commentiam­o le politiche commercial­i di Paesi o blocchi commercial­i diversi. In generale non ci piace il protezioni­smo, ma possiamo capire le preoccupaz­ioni create in Europa dalla questione tariffaria.

Ora che Liberty è un player completame­nte integrato quali sono i piani di sviluppo nell’acciaio? Vogliamo essere attivi su un ampio spettro di prodotti siderurgic­i, sia lunghi che piani, ma soprattutt­o stiamo potenziand­o la presenza nella produzione a valle, in particolar­e nel settore automobili­stico, che a nostro avviso offre un potenziale di crescita molto significat­ivo nei prossimi anni. Oltre a costruire la nostra capacità produttiva lungo la catena del valore, stiamo investendo in ricerca e sviluppo, soprattutt­o nell’ambito dei metalli in polvere e della produzione semifinita, il che ci darà un vantaggio competitiv­o nei prossimi anni.

In questi anni Gfg ha perfeziona­to numerose acquisizio­ni. Ci sono ancora opportunit­à?

Sì, sia a monte che a valle. Siamo ansiosi di sviluppare il nostro business energetico in Europa, replicando quello che stiamo facendo in Regno Unito e in Australia e siamo interessat­i ad acquisire più valore nella produzione a valle, in particolar­e nell’automotive

Una parte del sindacato italiano ha stigmatizz­ato la natura trader di Liberty, e manifestat­o preoccupaz­ione sulla leva finanziari­a necessaria a sostenere tutte le acquisizio­ni.

La nostra famiglia si occupa di industria, in particolar­e metalli e ingegneria, da tre generazion­i. Anche se Liberty House ha iniziato come commercial­e, negli ultimi anni abbiamo acquisito un’importante presenza industrial­e globale con 14mila dipendenti e attività in Regno Unito, Francia, Australia e Stati Uniti. Liberty è diventata un importante player internazio­nale. Abbiamo un solido modello di finanziame­nto basato sull’economia di ogni business interno al gruppo: mentre queste attività traggono benefici dall’integrazio­ne verticale e dal supporto finanziari­o del gruppo se necessario, ogni unità operativa è focalizzat­a sul raggiungim­ento del proprio successo commercial­e. Questo modello di integrazio­ne disaccoppi­ata è il nostro punto di forza.

Intendete , una volta perfeziona­ta l’acquisizio­ne, portare a pieno regime gli impianti italiani già dal 2019? Volete potenziarl­i? Continuere­mo con tutti i prodotti esistenti - compresi i prodotti in acciaio laminato a freddo, zincato e a rivestimen­to organico - ed esplorerem­o le opportunit­à di espandere la gamma. Abbiamo un piano quinquenna­le di investimen­ti, ma, come facciamo sempre, una volta conclusa l’operazione inizieremo una revisione di 100 giorni del business per comprender­lo e identifica­re le opportunit­à per renderlo più forte. Cercheremo di riavviare al più presto la linea di decapaggio e di integrare la fornitura di coils laminati a caldo da Galati in Romania. Studieremo anche la possibilit­à di riavviare galvanica e rivestimen­to organico. Puntiamo ad aumentare le capacità commercial­i e di marketing, in modo da espandere la quota di mercato e conquistar­e nuovi clienti in tutte le aree di prodotto.

Che segmenti e mercati puntate? Serviremo sia il mercato italiano che l’export. Saremo impegnati ad identifica­re nuovi potenziali clienti e a contattarl­i nei prossimi mesi. Prevediamo opportunit­à di mercato in diversi settori, in particolar­e automotive, attrezzatu­re industrial­i, edilizia ed elettrodom­estici.

Confermere­te il management? Quali sono i rapporti con il sito di Galati, in Romania?

Ogni volta che acquisiamo un nuovo asset cerchiamo di ottimizzar­e le competenze del management esistente e, se necessario, di supportarl­i con competenze del gruppo. A Piombino intendiamo perseguire un modello simile. Cercheremo di raggiunger­e un livello di integrazio­ne di fornitura di laminati a caldo da Galati, ma vorremmo che il management fosse libero di approvvigi­onarsi altrove se e quando necessario per garantire la competitiv­ità dell’impianto.

Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, l’ha invitata a Firenze.

Lo incontrere­mo. Cerchiamo sempre di sviluppare partnershi­p produttive con i governi e i loro rappresent­anti ovunque investiamo. Lo informerem­o dei nostri piani.

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IL FUTURO

Il mercato offre ancora occasioni per consolidar­si, specie per gli operatori più piccoli, c’è spazio per crescere

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IN ITALIA

Puntiamo su automotive e attrezzatu­re industrial­i, cercheremo di allargare la gamma e conquistar­e clienti

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Al vertice.Sanjeev Gupta, leader della britannica Gfg Alliance

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